I fantini alla vigilia dell'estrazione di Provenzano

Ad un passo dall'estrazione di Provenzano emergono due, anzi tre, certezze assolute. Una riguarda il mondo delle Contrade, una (+ una) quello dei fantini. E' assolutamente certo, infatti, che l'Istriuce non potrà correre né a Provenzano, né per tutto il 2014; è assolutamente certo che Capitanbruschelli, graziato dalla massoneria di Palazzo, dovrà ricevere a Vagliano le varie dirigenze il 29 giugno per stabilire dove sistemare il suo ridimensionato habitat. L'altra certezza riguarda il Pusceddu, squalificato per tutto il 2014. Per arrivare a queste certezze, assolute, ci siamo impegnati più del consueto. 

E veniamo adesso ad esaminare, fantino per fantino, l'agitazione alla vigilia dell'estrazione di Provenzano. Il primo a richiamare le attenzioni è senza dubbio Andrea Mari, il quale, dopo la sceneggiata coreografica in occasione dello "scimmiottamento targato FI", ha tra le mani le sorti strategiche di questo Palio. Mari si trova ad un vero e proprio bivio: giocare con la squadra di Vagliano, dopo la nostalgica riappacificazione con il sottobosco di Castelvecchio, oppure seguire, ad occhi chiusi, il suo istinto che lo scorso luglio lo porto, dopo un semplice starnuto, in Vallerozzi. La tentazione economica di approdare nuovamente in Via dei Pispini, condotto per mano da Capitanbruschelli, è fin troppo evidente e, forse, in cuor suo Mari spera che il Nicchio non venga estratto a luglio. Se il Nicchio esce, non può fare a meno che indossare nuovamente quel giubbetto e solo una nutrizione considerevole gli farebbe chiudere gli occhi. Ma se Mari tiene aperti gli occhi, anche con il Nicchio in Piazza, quella poltrona immacolata offertagli dal Drago potrebbe, realmente, costituire la svolta tecnica del Palio di Provenzano. Dopo essere riuscito a piazzare il Mulas nella Giraffa, ed in procinto di far debuttare il Migheli in Castelvecchio, c'è da chiedersi quanto nutrimento potrebbe riuscire a togliere, prima dell'estrazione, ad Istrice e Montone. 

Giovanni Atzeni si trova nelle condizioni ideali per incidere nuovamente, al pari di Mari, nelle strategie paliesche. Il fantino sardo-tedesco deve mettersi in testa che, per diventare grande o grandissimo, non può sempre vincere. Magari sfruttare le indecisioni degli altri e tirare la zampata vincente; ma andare a sconvolgere la fisionomia equina non costituirebbe un biglietto da visita valido per il futuro. Il Palio, dalla prospettiva dei fantini, non necessita di un altro, ed unico, punto di riferimento lucente. Ecco perché la sua stagione paliesca deve essere improntata più sul lavoro sotto il tufo, che sopra. Correre nel Bruco, e, appunto, cercare la zampata vincente se gli altri sbagliano, costituisce non tanto un forte legame con Via del Comune, ma offre una chiave di lettura ben più arguta di quello che può apparire a prima vista. Capitanbruschelli, infatti, avrebbe di che preoccuparsi se il Mari e l'Atzeni consolidano i loro rapporti con Drago e Bruco. Terzo fantino su cui puntano le strategie è Jonata Bartoletti, ormai destinato a correre sulla carta nella Chiocciola. Bartoletti, un po' come l'Atzeni, non è ancora riuscito a capire che il mondo dei fantini proiettato sul tufo non sempre si pone l'obiettivo sfrenato del rapporto economico. Non basta distribuire le fragoline, pescate nel paniere della mamma, per ritenersi pronti all'ennesima zampata. Rispetto agli altri, Bartoletti è solo, ancora solo; non gli è riuscito quella concatenazione di rapporti che, al contrario, sia Mari che Atzeni hanno saputo disegnare. Forte della sua preparazione, e della sua filosofia di correre, Bartoletti sbaglia a credere di vedere solo ed esclusivamente il bandierino; l'estrazione di domenica forse lo aiuterà a ridimensionare certe aspettative. Il passo indietro risulta essere, al momento, più importante di una scelta pressoché obbligata dalle situazioni. 

FrancescoCaria, con l'appoggio indiscusso dell'Atzeni, può rappresentare la sorpresa vincente di Provenzano. Se esce la Lupa l'accoppiata sembra matura; in caso contrario dovrà, proprio assieme all'Atzeni, ricercare quelle condizioni necessarie per dare la scolta definitiva alla sua presenza sul tufo. Il fantino è ormai maturo per creare quella cerchia giusta su cui possono basarsi le strategie. Vincendo a luglio, Caria, viste le caratteristiche di cieca obbedienza possedute, sarebbe una fondamentale fedele pedina del futuro immediato. Per Giuseppe Zedde è il Palio della verità, senza se e senza ma. Deve di certo vincere, ma non è certo la vittoria l'obiettivo che gli osservatori esterni si attendono che venga centrato. Lo Zeddino deve obbligatoriamente dimostrare che il tufo è la sua casa, che non esistono più quelle difficoltà, nelle impostazioni delle curve, che ne hanno incrinato la credibilità. Forse, come non mai, il suo habitat familiare questa volta risulterà determinante, con il papà che dovrà saperlo indirizzare in quel viottolo da cui cancellare, con un colpo solo, i se ed i ma. L'estrazione del Montone potrebbe rappresentare per lo Zeddino l'occasione di trovarsi dentro un habitat sereno e che lo proietti con la dovuta tranquillità verso il bandierino.

 Alessio Migheli forse non riuscirà a scegliere tra i primi quel cavallo, o quel tipo di cavallo, che gli permetterebbe di superare agevolmente la sufficienza. Errore madornale sarebbe quello di farsi incantare dai flauti magici, perché se l'obiettivo è la vittoria di certo non si può pensare, in Piazza del Campo, a due felici situazioni. Sebastiano Deledda lo ha dimostrato, suo malgrado. Poiché il cavallo non lo può scegliere, il Migheli deve avere l'intelligenza di scegliere quella Contrada che ne sappia esaltare le qualità, recentemente un po' troppo in ombra anche se, bisogna evidenziarlo, al canape di Provenzano non ci sarà Capitanbruschelli. Silvano Mulas, come accennato, si ritrova nella Giraffa grazie agli accordi di Mari. Nel caso di estrazione di Oca o Onda, Antonio Siri avrà un giubbetto assicurato, più Onda che Oca. Sebastiano Murtas è in caduta libera nelle strategie, ma Capitanbruschelli riuscirà ad imporlo se non proprio nella Selva ad una delle tre estratte. Ma se escono Oca, Onda e Montone, dove finisce il Murtas? La Selva è luogo da debutto assoluto, situazione che si annusa da tempo. O Andrea Coghe, oEnrichetto da Vagliano. Quest'ultimo può correre, e debuttare, solo a luglio perché, va bene fare gli sgabelli a Vagliano, ma ad agosto presentare Capitanbruschelli vincente ed il figlioletto, che chiede Babbo, babbino dove vado?, potrebbe essere anche eccessivo. 

Un posto al canape ci sarà anche per Alberto Ricceri, che studierà, assieme al Mari, l'inserimento giusto proprio per aiutare il Drago. Non sarebbe, invece, una sorpresa rivedere dopo dieci anni sul tufo Dinopes. Già lo scorso anno rinviò il ritorno a causa di una combinazione di inopportuni infortuni, che lo esclusero a luglio con il giubbetto del Nicchio e ad agosto con quello della Selva. Un'altra sorpresa nello schieramento ai canapi potrebbe essere rappresentata da Luca Minisini, troppo legato agli esiti del sorteggio e dall'eventuale ripescaggio ad opera di Capitanbruschelli.Carboni, Chessa e Mureddu costituiscono quel triangolo che richiede, in modo automatico, un cambio dirigenziale di impostazione che, allo stato attuale e con la dipendenza dirigenziale da Capitanbruschelli, è  immaginabile. 

Per vedere al canape gli altri, Angioi, Arri, Mannucci, Mereu, Sanna, Zeddone, bisognerebbe aprire gli occhi e fare "oh!" come i bambini.

fonte: sunto.biz