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LE INTERVISTE DI ALESSANDRA NESPECA SUL PALIO 2014: MASSARELLA

 

mercoledì 17 dicembre 2014:
Contrada Massarella

Non godere dei favori della vigilia, ma riuscire ciononostante a classificarsi al terzo posto. Un ottimo piazzamento per Massarella domenica 18 maggio 2014, “medaglia di bronzo” guadagnata grazie alla bella corsa di Virginio Zedde (detto lo Zedde) su Quercino. Abbiamo intervistato il presidente della contrada Ferrero Rosati, il capitano Alildo Boschi e lo Zedde.


Ferrero, un commento sul risultato ottenuto in Buca.

Vorrei dire “bravi” al mio capitano, a Virginio, a Quercino, anche alla veterinaria Elettra, che ha fatto un ottimo lavoro; sia tutto il gruppo stalla, sia la contrada hanno passato dei giorni particolari dopo la piccola o grande delusione del sorteggio alla Tratta, poi abbiamo visto crescere il cavallo e ciò - unito alla convinzione di Virginio - ci ha fatto vivere dei giorni memorabili. Siamo una grande contrada e un grande gruppo, che ho l’onore di rappresentare. Nel Palio è bravo solo chi vince, però siamo andati in finale, dove tutti se la giocano; se non ci fosse stato un “missile” – Bomario era decisamente superiore a tutti – a cose fatte potevamo anche ambire addirittura a qualcosa di più. A Palio visto, la nostra soddisfazione è stata aver fatto una bellissima corsa; abbiamo chiuso un bellissimo Palio 2014.


Qual era il clima in contrada dopo il Palio?

La contrada Massarella ha dimostrato sia al Palio scorso, sia nel periodo successivo fino ad oggi, di vivere un momento di crescita importante. Io sono stato incaricato di sostituire il presidente Giuggiolini, perché per cause di forza maggiore non poteva portare avanti l’impegno, poi sono stato eletto a settembre per il nuovo biennio. La contrada sta crescendo ed è molto unita, dai giovani ai meno giovani, in un’unica filosofia e sono molto orgoglioso di esserne uno dei rappresentanti. Sono convinto che Massarella, oltre a crescere come contrada in ogni suo aspetto, possa portare un grosso contributo alla crescita dell’evento Palio e del movimento delle contrade, mi auguro che queste si trovino unite tutto l’anno e “divise” solo il giorno del Palio.


Alildo, perché la scelta di Virginio Zedde?

Una scelta dovuta a più fattori: innanzitutto è stato scelto per le sue capacità; anche se l’anno prima con San Pierino era caduto e perciò non aveva avuto una buona annata, alle corse di Primavera aveva dimostrato di essere un grande fantino e di poter far bene. Durante le corse di selezione per la scelta dei cavalli da portare alla Tratta la pista era molto pesante e ho ritenuto che il fattore peso potesse assumere un’importanza ancora maggiore. Ho considerato anche la sua voglia di fare bene, l’ho visto con le motivazioni giuste e la voglia di correre un grande Palio, cosa che è accaduta: diamo i meriti anche al cavallo – Quercino è andato oltre le più rosee aspettative -, nonché a Virginio, che ci ha messo tanto del suo.


Impossibile proprio pensare a una vittoria?

Il mercoledì della Tratta pensare a una vittoria non era possibile, poi con il passare dei giorni, considerando la crescita di condizione del cavallo e il fatto che Virginio fosse sempre più motivato, qualche pensiero ce lo abbiamo fatto. C’erano cavalli migliori, come ad esempio Bomario o Tavel, ci vuole poi il fattore fortuna, che conta, per cui non si sa mai: se vedi che il cavallo risponde e ha acquisito una buona condizione, unito al fatto che il fantino abbia le motivazioni giuste e le qualità (che Virginio ha indubbiamente), pensi che puoi toglierti una grande soddisfazione, chiaramente senza troppe illusioni. Siamo scesi in pista per giocarcela.


Virginio, al Palio hai espresso al meglio la tua voglia di rivalsa?

È andata alla grande; ho fatto vedere chi sono. Il cavallo non era uno dei primi, in quattro giorni lo è diventato e alla fine abbiamo ottenuto un buon risultato. Se non ci fosse stato Bomario avremmo vinto, lui non era da prendere, nel senso che senza di lui il lotto sarebbe stato più livellato. In finale, ho cercato di vincere, ci sono rimasto male perché senza il cavallo di Querciola avremmo vinto noi. Quercino non era l’ultimo cavallo, ma neppure fra i primi e il lavoro della stalla lo ha reso uno dei migliori.


Già due volte vittorioso in Buca, visto come si è messa la finale 2014, mentre stavi correndo hai mai pensato di realizzare proprio quel giorno il “non c’è due senza tre”?

A mezzo giro dalla fine pensavo di vincere, poi ho visto passare Bomario e ho capito che non sarebbe successo. Con le Ferrari sono tutti bravi a vincere; un fantino dimostra che anche un cavallo non fortissimo, grazie al lavoro del fantino stesso, della stalla e della contrada, può essere fra i primi. Con Massarella mi sono trovato benissimo. Per il Palio 2015 ho già diversi contatti e mi sto preparando per vincere.


Alessandra Nespeca

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