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Facebook a pagamento: dal primo Gennaio e a fin di bene??? Leggi la verità

 

mercoledì 30 settembre 2015:

Status di molte persone, migliaia, che pubblicano il discorsetto col quale si dissociano dal pagamento di 3 dollari mensili a favore di Facebook in quanto, anche se per fini umanitari, ci comunicano che da gennaio il social più famoso al mondo costi qualcosa... e li tutti a dissociarsi.... poi esce un articolo così, redatto da persona attenta che comunque verifica sempre la fonte e apprendiamo che....
(solo leggendolo fino in fondo si capisce quanto siamo sciocchi ad abboccare a qualsiasi parvenza di notizia)
 

Sono anni che gira come “bufala”, ma questa volta pare confermato, con buona pace di continua a dire che “sul web girano solamente bufale”: in conferenza stampa questa mattina, Facebook ha annunciato la necessità, con la crescita esponenziale degli utenti, di implementare un nuovo piano di servizio mensile. A fare data dal 1 gennaio, il gigante dei metterà in produzione un abbinamento mensile per la quota di $2.99/mese (probabilmente arrotondato in Europa e €.2.99/mese).

Ma non tutto è perduto per Facebook Gratuito! Il servizio a pagamento pare sarà semplicemente affiancato al normale livello di utilizzo. Facebook Premium, come che gli analisti di Wall Streat hanno già battezzato il nuovo servizio si affiancherà all’utilizzo non a pagamento: il gigante Social è infatti ben conscio che perderebbe buona parte degli utenti.
All’interno del servizio a “pagamento” saranno dirottate le funzioni più “onerose” per il Social Network: seguire le pagine e vedere filmati saranno tra le prime opzioni a divenire a pagamento, e anche le funzioni di Messenger pare siano tra il mirino della fascia “Premium”, mentre le altre interazioni continueranno, almeno per il momento, ad essere libere.

A pagamento, ma a fin di bene

Un altro fattore determinante della “tassa” su Facebook è che buona parte dei proventi non finiranno nelle tasche di Zuckerberg, ma bensì nel progetto Internet.org, la piattaforma creata dal gigante statunitense per “esportare” gratuitamente Internet all’interno degli stati del mondo privi di connessione o con tariffe troppo elevate per consentire la cittadinanza digirtale: il Facebook a Pagamento dei paesi più moderni, quindi, avrà un fine etico di esportare la Democrazia Digitale anche nei paesi più svantaggiati.

“Abbiamo pensato a lungo su questa decisione, ma alla fine della giornata, non abbiamo avuto altra scelta che aggiungere questa tassa mensile,”

Queste le parole che il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, ha rivolto ai numerosi giornalisti in sala: “Se non facciamo qualcosa per i nostri costi crescenti ora, Facebook potrebbe affrontare un onere finanziario non recuperabile, e senza una precisa politica di diffusione nelle zone del mondo ora non attive, Facebook non può pensare ad una crescita a doppia cifra come proposta agli investitori negli ultimi anni.”.
Felice, invece, Wall Street: “Questa è un’ottima notizia per i possessori di azioni di Facebook”, ha dichiarato l’analista di Wall Street Dale Sackrider. “La enorme base utenti di Facebook è destinata, senza azioni concrete, a subire un notevole rallentamento nella crescita e l’idea di fonanziare l’espansione della piattaforma nei paesi disagiati del mondo tramite il finanziamento degli utenti in paesi con minori problemi economici è proprio quel genere di manovra inattesa che Zuckerberg, nella sua genialità, ha sempre proposto agli investitori. Se solo il 75% dei membri pagasse la nuova tassa di servizio mensile di circa 3 dollari significherà un afflusso di denaro per un totale di circa 36 miliardi dollari nei prossimi 3 anni. Questo non è solo un aumento dei profitti di pochi dollari, questo è un vero punto di svolta!”.

Come evitarlo?

Certo non mancano le voci “fuori dal coro”, come Jack Phillips da Dequincy, Louisiana che ha fatto ben oltre che lamentarsi per la decisione di Facebook di implementare un nuovo canone mensile: “Riesco a malapena a pagare i miei abbonamenti, ora questo personaggio Zuckerberg vuole altri 3 dollari al mese? Beh, io non la penso così”, ha detto Phillips. Phillips ha detto ai giornalisti di aver lanciato una campagna internazionale per coloro che non possono permettersi il nuovo canone mensile: “Per coloro che non possono gestire i costi, abbiamo reso in realtà molto semplice sottrarsi al nuovo balzello: abbiamo parlato con i vertici di Facebook e chi hanno assicurato che per essere esonerati basterà un nuovo aggiornamento di stato, da copiare e incollare, con le parole: “Rinuncio al canone mensile”, assicurandosi di includere l’HashTag #FacebookMonthlyFee”.

Nell’attesa di una conferma di questa modalità di esenzione i conti sono presto fatti: prepariamoci a pagare, tramite Apple Pay, Android Play o anche BitCoin i 3 euro al mese di nuova “tassa su Facebook”, per lo meno falici di sapere che servirà per esportare Internet in paesi che lo necessitano!

 

NOTA BENE: Questo post è falso, e se hai creduto ad una notizia così strampalata e l’hai condivisa senza controllare le fonti, senza andare a vedere se vi erano comunicati a favore o senza controlla approfonditamente su fonti serie SEI UN CRETINO. Già, perché per ogni singolo cretino che si inventa (o ripropone) una bufala, ce ne sono diverse migliaia che non controllano, che ne alimentano la diffusione. Questo vuol dire che il problema non sono i creatori di bufale, ma quelli che abboccano e le diffondono: la sproporzione è evidente. Se nel mondo ci fossero solo gli ideatori di bufale, senza boccaloni che condividono impulsivamente, queste non durerebbero a lungo.
I boccaloni che, per lavarsi le mani, se la prendono con il presunto ideatore (immaginandolo come un genio del male) sono paragonabili a quelli che prima raccontano a tutti un pettegolezzo o una diceria, poi se la prendono col barbiere che l’ha raccontata. Ma se nessuno raccontasse le cazzate dette dal barbiere, queste rimarrebbero confinate nel suo locale.
Ogni volta che vedo un simile post sulla mia bacheca divento sempre piu’ convinto che a chi diffonde questo ciarpame dovrebbe essere impedito l’accesso non solo a internet ma anche a qualsiasi strumento di comunicazione più evoluto del piccione viaggiatore. Nonchè al diritto di voto.
Pensaci.

 

http://mgpf.it/facebook-a-pagamento-dal-primo-gennaio

Matteo Flora

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