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uscire dalla trappola: Scaramanzia o ... - di S. Giannotti

 

giovedì 13 marzo 2014:

A chi almeno una volta nella vita non è capitato di incrociare le dita o mettere in atto una serie di piccoli gesti o ancora ripetere delle parole o delle frasi per propiziare la buona riuscita di un evento importante?

Il famoso schermidore Aldo Montano ha riportato la sua esperienza in un libro (“Risorgere e vincere” Ponte Alle Grazie) dove racconta come, dall’eseguire alcuni banali gesti scaramantici fosse passato ad una vera e propria serie di, piccoli e apparentemente insignificanti, rituali che doveva mettere in atto per essere sicuro che ogni cosa andasse in modo positivo. Si è reso conto con il tempo che a questa serie di gesti se ne andavano ad aggiungere sempre di nuovi e soprattutto che senza questi  la sua giornata non poteva avere inizio. Sempre in questo  libro, così come in varie interviste, il campione rivela come l’incontro con Giorgio Nardone (psicologo e psicoterapeuta fondatore insieme allo psicologo e filosofo americano Paul Watzlawick del Centro di Terapia Strategica di Arezzo) e con la terapia breve strategica abbia rappresentato una svolta nella sua vita che l’ha portato ad abbandonare tutti i rituali e a ritrovare la capacità di credere solo nelle proprie forze.

Questa settimana ho scelto di parlare di questo disturbo, che si chiama ossessivo-compulsivo,  perché è molto presente nella nostra società ma ancor di più perché è invalidante e difficile da trattare. Invalidante perché la quotidianità di una persona viene gradualmente perduta per lasciare il posto ai rituali che iniziano a scandirne il ritmo; difficile da trattare perché resistente alle terapie farmacologiche e alle psicoterapie tradizionali. E’ altresì un disturbo democratico in quanto colpisce uomini e donne di ogni ceto ed età indistintamente!

L’ossessione è un pensiero o un’immagine che si instilla in maniera intrusiva, persistente e spiacevole nella nostra mente; ad esempio, “quando attraverso le strisce pedonali devo camminare solo sulle strisce bianche altrimenti potrebbe succedere qualcosa di brutto” oppure “potrei infettarmi con il virus Hiv se tocco la porta del bagno del ristorante” o ancora “se non vado a sostenere l’esame con lo stesso maglioncino non lo supererò”, ecc…

La compulsione invece è un comportamento o un pensiero che viene messo in atto allo scopo di propiziare un evento (ad es. le persone che sono convinte che “se ogni mattina prima di alzarmi conto fino a 100 oggi la giornata andrà bene”) oppure di prevenire che avvenga qualcosa (ad es, tutte quelle persone che puliscono in maniera maniacale la propria casa) o ancora di porre rimedio a qualcosa che potrebbe essere successo (ad es. le persone che hanno paura di essere state contagiate e passano ore a disinfettarsi e lavarsi).

Una compulsione nasce dal bisogno di controllare la realtà, serve fondamentalmente a rassicurare una persona.

Non vorrei con le mie parole creare allarmismo quindi meglio fare subito una precisazione importante. Ognuno di noi ha una ritualità sana, lavarsi bene le mani, ad esempio, quando torniamo a casa dopo una giornata passata fuori è una buonissima e corretta abitudine ma se nonostante mi sia lavato le mani continuo ad avere il pensiero e la preoccupazione di essere stato contagiato da qualcosa questo diventa un problema per me perché nonostante io riesca a svolgere le mie normali attività, con la mente sarò costantemente impegnato in questa preoccupazione; se poi la mia preoccupazione diventa talmente invadente da portarmi a lavare le mani per ore perché non riesco ad avere la certezza di non essere stato contagiato allora siamo di fronte ad una patologia.

Allo stesso modo, una persona attenta e rigorosa sul lavoro è una grande risorsa; nel momento in cui però questa persona inizia a dover ricontrollare più volte una cosa già controllata perché gli entra in testa il tarlo di non averla eseguita correttamente diventa un problema che si trasforma in patologia quando la suddetta persona non può fare a meno, perché vittima di un impulso irrefrenabile, di ricontrollare più e più volte quello che ha già controllato.

E’ chiaro pertanto come un’azione sana portata ad una ripetizione esasperata porti all’insano.

Nardone e i suoi collaboratori hanno messo a punto una serie di tecniche che si sono dimostrate altamente efficaci ed efficienti, tanto da essere considerate il Best Practice nel trattamento di questo disturbo (88% dei casi risolti).

Non c’è niente di miracoloso ma più semplicemente l’approccio breve strategico riesce, grazie a particolari stratagemmi, a bypassare la normale logica e a condurre all’autodistruzione la trappola che la mente si è costruita. 


Dott.ssa Samantha Giannotti  psicologa- psicoterapeuta                    

Studio Affiliato al Centro di Terapia Breve Strategica di Arezzo   Tel. 347 5154979                   

Riceve a: Fucecchio Via Leopardi,6  e a Pisa Via Risorgimento,38

www.psicoterapiabrevestrategica.com                                           

FB : Samantha Giannotti Psicologa Psicoterapeuta

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