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Crescere in una contrada

 

martedì 6 maggio 2014:

Mi hanno chiesto di scrivere cos’è per me la Contrada e proprio mentre sono qui che scrivo sento passare per le strade di casa mia i tamburini della Contrada che suonano e mi è tornato alla mente quando da piccoli all’arrivo della primavera noi bambini aspettavamo di sentire il rumore dei tamburini per chiedere alle nostre mamme di uscire giù in strada . Loro ci concedevano di uscire e di stare dietro ai tamburini , era una sicurezza per loro , e noi bambini ci trovavamo lì tutti dietro a loro a girare il nostro quartiere . Quando tutto ciò finiva e i tamburini tornavano a casa , si andava nel campo dei Seccatoi a prendere qualche lucciola da portare a casa e mettere dentro ad un bicchiere sopra il comodino, nella speranza che alla mattina diventasse un soldino.

Ecco se devo pensare al mio primo contatto con la Contrada , forse è proprio quello , quei ricordi di bambino , quei ricordi di quelle sere di primavera a giocare con gli amici nelle nostre vie ed al sicuro grazie ai quei tamburi della Contrada e quei suoni di quei tamburini scandivano per noi l’arrivo della primavera.

Per un fucecchiese in effetti è proprio così le stagioni, gli anni vengono scandititi attraverso  il palio

“o beppe ti ricordi di quell’anno che s’andò in ferie a  … “  -

“ e me lo ricordo si … e si perse un palio di nulla quell’anno” e via giù con i ricordi …

 

Parlare di una Contrada non è semplice , anche perché spesso la Contrada  viene vista come un gruppo privato , dove le persone si chiudono in se stessi a parlare di cavalli ed è più facile che facciano notizia sul giornale gli aspetti negativi che quelli positivi (dicono che è normale così) e quindi per chi non la vive direttamente la parola Contrada può sembrare quasi una parola negativa.

Ma per chi come me ci è cresciuto è molto diverso ;  è vero tra le Contrade ci sono rivalità molto accese ma per tutti lo scopo oltre a vincere è quello di fare grande Fucecchio. Me lo hanno insegnato subito, fin da piccolo che volendo bene alla propria contrada si vuole bene a Fucecchio e questo rispetto per la città , rispetto per gli altri, il rispetto per gli anziani  sono cose che difficilmente si trovano in altre associazioni e in altri paesi.

Ecco forse come da piccolo mi rifugiavo dietro a quei tamburini per sentirmi sicuro , forse oggi in una società fatta di solitudine ,di persone che interloquiscono solo tramite un computer , di abbandono di anziani , di fretta , di consumismo c’è un luogo fatto di cose semplici in cui mi rifugio in cui poi trovare un giovane e un anziano a lavorare per lo stesso scopo.

Pensando a quel luogo mi vengono in mente le amicizie , persone che non ci sono più  , bicchieri di vino , quel bicchiere di vino di troppo ,  spalla e baccelli , amori nati , amori finiti , litigate , persone anziane con le lacrime agli occhi perché si sentono ancora vivi , cene , feste , diti rotti , ginocchi sbucciati ,  abbracci veri , pianti veri , mille  risate , serate infinite a parlare di quel palio o di quell’altro , insomma mi vengono in mente tutte quelle cose semplici ma uniche che in questa società sembrano andate perdute , come per esempio le “veglie” al bar.

C’è una frase sul Palio di Siena che mi piace molto e a cui tengo molto è di Franco Cardini uno storico :

Ma la peggior calunnia è che il Palio sia inutile. Bisognerebbe spezzarla via, questa infausta categoria dell'Utile che ha fatto tanto male - e lo vediamo ogni giorno - al mondo contemporaneo. Utile perché ? Utile come? Utile a chi? Il Palio è inutile come l'arte, come l'allegria, come l'amore, come la buona tavola: se utilità è sinonimo di grigia funzionalità e di profitto fine a se stesso, allora il Palio è inutile certamente “

 

Ecco queste poche parole rende bene l’idea su quello che per me è il Palio e la Contrada.

 

C’è una sera , più di tutte , dove le  emozioni  dei contradaioli  si manifestano è la sera  della cena della vigilia al palio , un atmosfera quasi magica , un momento unico per tutti i contradaioli per tutti quelli che si sentono parte di una comunità , persone che magari durante l’anno non prendono parte a tutte le iniziative della contrada ma che sentono di dover esser presenti quella sera perché sentono di dover esserci per un motivo semplice , perché si sentono parte di qualcosa. C’è chi ormai magari abita lontano ma quella sera deve essere presente . Quella sera è la festa di tutti, dentro tutti noi c’è  quel senso di appartenenza a qualcosa e agli altri , ti senti parte di un qualcosa che esiste solo grazie al tuo piccolo contributo. L a Contrada esiste proprio grazie a questo al piccolo contributo di tutti   ma te che sei di Santa Croce tutto questo non lo puoi capire


Marco Padovani

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