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Piazza Montanelli è bella così com’è, questa volta Indro aveva torto

 

giovedì 16 ottobre 2014:

Tipi fucecchiesi a cura di Fabrizio Boschi



Piazza Montanelli è bella così com’è, questa volta Indro aveva torto 

“Il nuovo progetto presentato è peggiore del male, poiché ancora più invasivo del volume occupato dall’ex teatro Pacini”, scriveva Indro Montanelli il 1° aprile 1998 all’allora sindaco di Fucecchio Florio Talini. E non era un pesce d’aprile. Montanelli diceva sul serio. Voleva che la piazza principale del paese venisse lasciata in pace, libera e grande, senza più cemento.

Dopo la demolizione dell’ex teatro Pacini in molti ci avevano sperato. Piazza Montanelli (dedicata a Giuseppe, uomo del Risorgimento e antenato del giornalista) è stata fino al XVII secolo uno spazio grande e solare. Fino a quando, nel corso del ‘700 venne costruito un palazzo adibito a teatro. Questo edificio, che non era, comunque, particolarmente deturpante vista la piena armonia con gli altri edifici seicenteschi e settecenteschi della piazza, fu fortemente trasformato nel ‘900 per far spazio ad un cinema. Aggiunte di cemento armato gli diedero un aspetto contrastante con il luogo.

Poi la svolta: il proprietario vendette l’area con l’edificio al Comune e a una banca, i quali anziché sfruttare la possibilità (proposta anche dallo stesso Montanelli oltre che da tanti cittadini) di riavere a Fucecchio l’antica piazza finalmente libera alla vista del passante e del visitatore, abbatterono il palazzo, ormai fatiscente, e decisero di costruirvi un enorme edificio moderno, in totale disaccordo con l’estetica della piazza. Il progetto prevedeva originariamente di farne la sede di un teatro con 150 posti, di una banca e dell’ufficio anagrafe del Comune.

Oltre alla bruttezza del progetto, contestato dal presidente della Fondazione Montanelli Bassi Alberto Malvolti e dal comitato per la piazza libera, in molti evidenziarono il fatto che c’erano tanti altri edifici a Fucecchio di cui il Comune poteva disporre per vivacizzare la vita culturale e sociale del paese, così come altre sedi possibili per la banca che si era dimostrata disponibile a spostare altrove la propria filiale. Ma niente, il Comune si incaponì. Voleva fare tutto in quel luogo.

Obiettivamente il progetto originario era un obbrobrio inguardabile che avrebbe causato uno scempio architettonico al paese. Quello successivo invece si presentò come meno impattante con l’architettura del centro storico. Malgrado le numerose battaglie di politici e comitati, la piazza grande voluta dai fucecchiesi, comunque, non venne  mai realizzata. Non servirono a nulla gli appelli, le interrogazioni parlamentari, le raccolte firme, l’esposto relativo ad abuso edilizio e presunto danno erariale alla Corte dei conti, per bloccare i lavori dell’edificio polifunzionale di 9mila metri cubi, oggi sede della Banca di Cambiano.

Malgrado tutte queste traversie, oggi l’ex teatro Pacini, demolito nel marzo del 2002, torna a vivere. Dopo anni di caos, ritardi e rinvii, ricorsi e controricorsi da parte del comitato per la Piazza Grande, le polemiche sono finite e si alza il sipario. Sabato 18 ottobre ci sarà l’inaugurazione del nuovo teatro Pacini di Fucecchio. Il merito dell’operazione portata in porto va al neo sindaco Alessio Spinelli che ha affidato all’associazione Teatrino dei Fondi la gestione della struttura.

Dopo 17 anni di battaglie legali, lavori a rilento e burocrazia infinita, Fucecchio torna a dotarsi di un teatro come è sacrosanto che fosse: una quindicina di spettacoli per le scuole e un cartellone di prosa; la domenica pomeriggio sarà dedicata alle famiglie, il sabato pomeriggio sarà la volta di letture animate e merende, ma anche laboratori. E poi i film: il mercoledì spazio al cinema d’essai a prezzo scontato; venerdì e sabato proiezioni serali e la domenica, quando non c’è teatro, film in programmazione anche nel pomeriggio, oltre che la sera.

L’immobile di piazza Montanelli (costruito nel 1804, abbandonato nel 1983, demolito e poi ricostruito) per anni è stato al centro di una guerra che ha visto coinvolti Comune, Ministero, Tar, Soprintendenza e Comitato, ha finito per far lievitare il costo da 7,1 miliardi di lire a 5,8 milioni di euro. Una volta ultimato è rimasto chiuso per anni. L’associazione Teatrino dei Fondi (che gestisce il Quaranthana di Corazzano) si è aggiudicata la gestione del Pacini (bar, biglietteria, platea da duecento posti, palcoscenico, quattro camerini, cabina di proiezione e postazione regia) per nove anni.

Col senno di poi, ad anni di distanza da quei bisticci, dobbiamo dire che questa volta Indro Montanelli aveva torto. Piazza Montanelli è bella e funzionale così com’è oggi. La piazza centrale del paese deve fungere, come tutte le piazze del mondo, da centro di aggregazione, da luogo di movimento sociale e culturale, da spazio creativo ed economico. Lasciare la piazza libera, senza alcun edificio destinato alla comunità, sarebbe stato un errore ed uno spreco.

Ciò non ci impedisce però di maledire le tante difficoltà che sono sorte durante la realizzazione di questo progetto, osteggiato da tutti. Oltre al professor Alberto Asor Rosa ed altri personaggi della cultura, si schierarono contro il Comune esperti e personalità di tutte le maggiori organizzazioni ambientaliste italiane dal Wwf al Fai, da Italia Nostra a Legambiente.

Il cantiere rimase fermo per anni a causa dei ricorsi del comitato. La ditta dei lavori era disposta addirittura a lasciar perdere tutto e far tornare la piazza libera, ma il Comune cercò in tutti i modi di portare a termine la costruzione che richiedeva all’inizio una spesa di 4 miliardi e 300 milioni di lire. La Soprintendenza sospese i lavori, vennero raccolte oltre seimila firme e si mise di traverso l’ex ministro dei Beni Culturali, Giuliano Urbani.

Sulla “piazza della discordia” intervenne in quegli anni anche l’ex sottosegretario Vittorio Sgarbi: “La piazza di Fucecchio deve essere una piazza non il luogo di una banca”. Il professore prese cuore le sorti del centro storico di Fucecchio. Anche lui era d’accordo con il comitato per la piazza libera composto e capeggiato da Pietro Sollazzi (ex socialista ed ex sindaco di Fucecchio), recentemente scomparso: “Il Comune ha sbagliato a buttare giù quel cinema - disse Sollazzi - che io ricordo contenesse anche opere d’arte varie. Ora che comunque l’hanno fatto, vogliamo impedire la costruzione di una banca al suo posto, fatta per evidenti interessi economici”.

Sgarbi, paladino contro le scempiaggini architettoniche che continuamente avvengono in lungo e in largo sulla nostra penisola, si schierò contro l’allora sindaco Talini: “ Spesso vengono fatte cose orrende per la sola ignoranza di un assessore. Io ho molto a cuore la sorte di quella piazza e cercherò di fare qualcosa. E’ possibile che non ci si renda conto di certe brutture? Spesso il potere politico di un assessore o religioso di un vescovo può portare a fare cose incredibili. La piazza di Fucecchio deve rimanere libera. Questo è per me un motivo di dolore. Provo dolore per il patrimonio artistico quando esso viene aggredito dall’ignoranza e dall’ipocrisia di certi amministratori”.

Malgrado questi interventi il sindaco Talini continuò per la sua strada: “Considerato che anche il ministero e la Soprintendenza di Firenze hanno ammesso la legittimità del recupero dell’ex teatro Pacini, avevo portato in consiglio comunale questa proposta per accelerare i tempi fiducioso che per il bene del paese si potessero superare tutte le posizioni preconcette ed invece sono costretto a prendere atto che su questo argomento l’opposizione continua a speculare per interessi elettorali”.

La piazza rimase chiusa per molti anni offrendo a chi passava da Fucecchio uno spettacolo devastante. “Togliere il cantiere entro la fine del 2007 è il nostro primo obiettivo - disse il sindaco Claudio Toni -. Sono stati creati già troppi danni all’immagine di Fucecchio e a tutti quegli operatori commerciali che si affacciano sulla piazza e sulle strade adiacenti”. In realtà i lavori finirono solo un paio d’anni fa. E oggi, dopo altri due anni, apre i portoni anche il teatro.

Forse sarebbe stato meglio lasciare tutto com’era prima e ristrutturare quell’antico cinema, che rappresentava la storia di Fucecchio, ma visto che le cose sono andate diversamente oggi dobbiamo essere contenti e fieri della rinnovata piazza Montanelli e del suo nuovo teatro. Fucecchio se lo meritava. I fucecchiesi pure.


Fabrizio Boschi

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