IL VALD'ARNO INFERIORE A RISCHIO ALLUVIONI

mercoledì 12 novembre 2014:

IL VALD'ARNO INFERIORE A RISCHIO ALLUVIONI

Nella valle inferiore dell'Arno, da Firenze a Pisa, nel corso dei secoli si sono insediate numerose comunità dando vita a decine e decine di paesi, anticamente arroccati sulle colline vicine, ma anche sulle rive del fiume, che costituiva allora la  più importante via per il trasporto delle merci. Oggi tutti questi paesi, hanno avuto una grande espansione dal punto di vista residenziale, hanno creato, ciscuno per conto proprio, anche vaste zone industriali dove sono state edificate fabbriche e capannoni adatti ad ospitare le più svariate attività. 

A mio avviso, normalmente i Comuni, non hanno valutato bene  dove andavano a far costruire tutte queste nuove strutture. Chi ha assistito all'alluvione del 1966, non può non constatare che dove in quell'anno le acque esondate dall'Arno e dei suoi affluenti arrivarono a raggiungere i quattro metri di altezza, ora si trovano zone Commerciali, zone Pip  Industriali, edifici Pubblici e naturalmente, nuovi e moderni, centri abitati. Di alluvioni come quella del 1966, prima ne capitava  una ogni cento anni, ma ora con i grandi cambiamenti climatici in atto, questi intervalli di tempo sembrano essersi improvvisamente ravvicinati e gli eventi  atmosferici si presentano sempre più forti e concentrati. Le sempre più intense precipitazioni, definite giustamente " bombe d'acqua", con la complicità del nostro modo scriteriato di costruire e del dissesto idrogeologico, provocano danni ingentissimi, che vista la crisi, né le Amministrazioni Locali né lo Stato potranno mai rimborsare. 

C'é da dire che dal 1966, lungo tutto il bacino dell'Arno, a oggi sono state fatte tante cose molto utili onde evitare piene disastrose, dal lago di Bilancino nel Mugello, capace di trattenere milioni di metri cubi di acqua, che altrimenti sarebbero quasi immediatamente finiti in Arno attraverso il fiume Sieve, alle diverse casse di espansione nei punti più critici lungo gli affluenti, alla sistemazione e elevazione degli argini, e la costruzione di nuove dighe. 

Manca a mio avviso, la manutenzione continua, la pulizia delle sponde dei fiumi e periodicamente anche un intervento di dragaggio ove si rendesse necessario. E' importante ricordare che negli anni cinquanta sessanta, sull'Arno esistevano una grande quantità di draghe che asportavano dal fondo in continuazione centinaia di migliaia di metri cubi di ghiaia e sabbia. Da tanti anni le draghe non ci sono più, e il letto del fiume molto probabilmente, per i detriti e la terra portati dall'acqua, si va innalzando lasciando meno spazio allo scorrere e al defluire delle acque. Le due città più importanti del vald'Arno, Firenze e Pisa, si sono attrezzate in qualche modo dal rischio esondazione del fiume dotandosi di paratie metalliche e gonfiabili da applicare in poco tempo sui muri che delimitano le sponde del fiume dalle strade della città. 

Il rischio comunque, secondo me, per tutto il Vald'Arno Inferiore, rimane elevato e senza importanti interventi coordinati da tutti gli enti interessati, per quanto sopra detto, non potrà che aumentare. Investire nella sicurezza dei nostri paesi, anche cifre considerevoli, è come pagare una polizza di assicurazione per le nostra abitazione, e sicuramente un grande risparmio di risorse in caso di calamità.

Graziano Casalini