I LUOGHI, LE STORIE - La vanga di tal Santini

Rubrica settimanale di Riccardo Cardellicchio

La vanga di tal Santini

Si parla molto di Expo 2015, a Milano dal 1° maggio 31 ottobre, più per il malaffare che ha provocato che per quanto riguarda gli espositori. Tema centrale il cibo. La Toscana dovrebbe partecipare. Però, non si sa come e con chi. Eccellenze, ne ha, anche se poco valorizzate. Chiedere all’Unione dei Comuni se è prevista la presenza dell’Empolese Valdelsa, è come andar di notte senza neanche un fiammifero. E’ un’Unione che non ha gambe né testa. Sicché non rimane che tuffarci nel passato, quando l’Italia viveva soprattutto d’agricoltura, con pochi mezzi, numerosi passi indietro all’Inghilterra, che aveva imboccato la strada dell’industrializzazione (selvaggia).

Riferiscono le cronache che una grande esposizione si tenne alla Leopolda di Firenze, poco dopo l’unità, inaugurata dal re il 15 novembre 1861. Allora si discusse, tra l’altro,  se era meglio usare il bidente o la vanga. In questo caso, non si trattava di una forca a due denti, ma di un arnese, simile alla zappa, a due denti metallici, usato per dissodare il terreno. Bidenti speciali furono presentati da Mori di Castello di Greve e da Semplici di Tavarnelle, “mentre fu ammirata una vanga proposta da tal Santini di Fucecchio”. Le cronache non dicono altro, in proposito. Peccato. Si dilungano, invece, sui prodotti. Il più corteggiato, e ammirato, il vino. Su 419 vignaioli espositori, ben 172 i toscani.   

Riccardo Cardellicchio