EMPOLI: LATTE IN POLVERE AL POSTO DEL LATTE MATERNO

martedì 25 novembre 2014:

EMPOLI: LATTE IN POLVERE AL POSTO DEL LATTE MATERNO

Diversi medici pediatri della Toscana, sono sotto inchiesta e agli arresti, per aver prescritto o cercato di convincere,  le neomamme di bimbi sotto le loro cure, a usare il latte artificiale in polvere, al posto del latte materno. Ulcune società pruduttrici del latte, "ricompensavano" questi medici, con viaggi premio "produttività"nelle più prestigiose mete turistiche del mondo, regalando, anche personal computer e  tablet di ultima generazione.  

Fra i medici sotto inchiesta, figura il Primario del Reparto Pediatria dell'Ospedale S. Giuseppe di Empoli, immediatamente sospeso dal servizio dalla Direzione dell' ASL 11. Altrettanto hanno fatto le ASL Pisane dove prestavano servizio gli altri medici inquisiti. La stessa Regione Toscana, tramite il suo Presidente Enrico Rossi, ha sollecitato l'intervento dell'Ordine dei Medici, al fine di aggiungere una loro approfondita inchiesta su questo gravissimo caso. 

La legge Italiana presuppone, la non colpevolezza fino al terzo grado di giudizio, ci auguriamo che la Magistratura faccia quanto prima piena luce sull'accaduto, in quanto questi  medici, alcuni dei quali, molto preparati, erano impegnati in uno dei compiti più importanti della sanità, cioè in quello della cura, della salute e  del benessere delle nostre future generazioni.  Non è il primo caso del genere accaduto in Italia, questo vuol dire che a livello cuminicativo case farmaceutiche-medici qualcosa non funziona. Tutti abbiamo potuto notare che  all'ambulatorio del nostro medico di famiglia,  ci sono,  in continuazione insertite in mezzo alle nostre visite,  alcune visite dei cosiddetti " Informatori Scientifici". Il compito di questi informatori, alle dirette dipendenze delle case farmaceutiche, sarebbe, quello di far conoscere e illustrare le ultime novità e caratteristiche dei medicinali prodotti dalle loro rappresentate. Perché  nell'epoca dei computer,  le società farmaceutiche, continuano a privilegiare il sistema del contatto diretto con chi è preposto alle prescrizioni dei medicinali ai propri assistiti? Perché in questo modo si può cercare, anche in maniera illecita,  di far incentivare i consumi di determinate specialità farmaceutiche, al posto di altre uguali o simili  della concorrenza. 

A mio modesto parere, la figura dell'informatore, sicuramente ad altissima specializzazione, potrebbe essere impiegata meglio all'interno del Servizio Sanitario Nazionale, lasciando alle case farmaceutiche la possibilità di scelta nell'utilizzo dei più moderni mezzi, oggi disponibili, per le loro comunicazioni alle varie categorie mediche. 

Graziano Casalini