Rubrica settimanale di Riccardo Cardellicchio

L’auto ignora il segnale e s’infila in viale Colombo. Un’altra la segue. “Andiamo anche noi”, dico.

“Ma c’è il cantiere… C’è il cartello…”.

“C’era, il cantiere. E’ da quel dì che la strada è così. E’ un lavoro iniziato in campagna elettorale. Hanno abbattuto gli alberi e fatto il marciapiede…”.

“… che mi sembra eccessivamente largo…”:

“… eppoi chi s’è visto s’è visto. Problemi del Comune? della ditta? Nessuno che si sia degnato di spiegare… che si degni di spiegare… d’informare la gente, i commercianti della strada, che protestano, perché si sentono… sono penalizzati…”.

“Non vorrei che fosse una segnalazione dimenticata. Non sarebbe la prima volta. Se giri per il capoluogo, ne trovi, di segnali dimenticati. Basta andare sulla Circonvallazione per averne un esempio clamoroso… Fanno ridere quei cartelli che annunciano che a tot metri stanno lavorando per noi. Sono lì da anni… da quando stavano realizzando la rotonda…”.

“… la peggiore del capoluogo… per sicurezza… ora più che mai, ridotta com’è al buio…”.

“Ma i vigili urbani non ci passano mai?”

“Io non riesco a vederli, se non la mattina, per lo spazzamento...”.

“Se girassero, s’accorgerebbero di quelle cose che non vanno. Per esempio, in piazzetta padre Ceci,  c’è un cartello con freccia, che indica, in pratica, l’accesso al parcheggio. Niente di male se non fosse stato messo sotto il divieto di accesso”.

“Starà a indicare qualcos’altro…”.

Riccardo Cardellicchio

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