I LUOGHI, LE STORIE - Boccaccio maltrattato dai Taviani

martedì 10 marzo 2015:
I LUOGHI, LE STORIE di Riccardo Cardellicchio
Boccaccio maltrattato dai Taviani

“Vieni al cinema con me?”
“Dove?”
“Al Nuovo Pacini di Fucecchio”
“Che film c’è?”
“Meraviglioso Boccaccio di Paolo e Vittorio Taviani. Ma se non vuoi stare, mi porti e poi ci risentiamo”.
“No, rimango”.
Anche lei è incuriosita. Io lo sono più che mai. Il film ha avuto contributi a destra e a manca, perché definito d’alto spessore culturale.
E’ sabato sera. Fremo perché m’accorgo che si sta facendo tardi. Non vorrei non trovare posto.
Entriamo che sono le 21.20. Il botteghino è sempre aperto. Le persone che aspettano sono poche. Numerosi volti conosciuti.
Entriamo. Ci mettiamo di lato, e indietro, come piace a me.
Quando la proiezione sta per cominciare, mi rendo conto che siamo davvero pochi. Lei ha fatto la conta. Poco più di trenta.
Inizia la proiezione. “Comincia il libro chiamato Decameron, cognominato Prencipe Galeotto, nel quale si contengono cento novelle , in diece dì dette da sette donne e tre giovani uomini…”. Scappati da Firenze, per non morire di peste, e rifugiatisi in campagna. Dioneo, Elissa, Emilia, Fiammetta, Filomena, Filostrato, Lauretta, Neifile, Pampinea, Panfilo.
A un certo punto, approvo chi è rimasto a casa. Boccaccio è meraviglioso come il suo Decameron. Ma gli osannati (fin troppo) fratelli Taviani l'hanno maltrattato con il loro film: lento, noioso, freddo, recitato male, diretto ancora peggio. Il finale è da lancio di ortaggi, così come il corteggiamento delle due rondini (vistosamente false) e la morte del falcone. Neanche un briciolo d’ironia toscana. Niente di niente nelle cinque novelle scelte. Un flop clamoroso.