I LUOGHI, LE STORIE: Elogio della bicicletta

martedì 7 aprile 2015:
di Riccardo Cardellicchio

Elogio della bicicletta

Mi piacerebbe svegliarmi, un giorno, meravigliato dal silenzio delle strade della valle. Anzi, dai rumori, più evidenti, più nitidi, che vengono su dalla campagna dei colli e della valle, la mattina. Vorrebbe dire che l’avrebbe vinta la voglia della qualità migliore della vita. Voglia che metterebbe a riposo l’auto e che esalterebbe, invece, la bicicletta, il suo uso.
Mi piacerebbe. Invece sembra che qui, come altrove del resto, non si possa fa a meno dell’auto. E si chiedono sempre più parcheggi e sempre meno ztl o zone blu.
Mentre scrivo l’incipit dell’articolo, ricordo d’aver letto che un tecnico vuole rendere una città
vicina a misura di bicicletta. Cerco il giornale, ma non lo trovo. Allora, ricordo che, qualche anno fa, ci fu un elogio della bicicletta, proveniente dai banchi del consiglio regionale, poi finito nel cassetto dei pii desideri. Erasmo d’Angelis (a quel tempo Margherita), primo firmatario, voleva trasformare gli argini dell’Arno nella più lunga pista ciclabile d’Italia: 105 chilometri, da Firenze a Pisa.
Erasmo d’Angelis, ambientalista nato, osservava che tra Firenze e Pisa ci stanno qualcosa come 31 Comuni, un milione di abitanti e un numero incredibile di stazioni ferroviarie, facilmente raggiungibili – diceva – dai ciclisti patentati. Scorriamo l’elenco e ci rendiamo conto che la maggior parte delle stazioni hanno soltanto il nome, ormai, o funzionano a scartamento ridotto. Provare per credere:Cascine, San Donnino, Carmignano, San Miniato, San Romano, La Rotta, Cascina, Navacchio, San Prospero, San Frediano.
Ecco, mi piacerebbe svegliarmi e vedere che la gente, da queste parti, ha imparato a vivere meglio, prendendo esempio da città come Ferrara, capitale italiana della bicicletta, e Mantova, che dà strada alla persona.