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LAPIDI DI MEMORIA POLITICA:Mine tedesche o cannonate americane?

 

lunedì 27 aprile 2015:
Eccidio del 22 luglio ’44 nel duomo di San Miniato: mina tedesca o cannonata americana?

Questa duplice versione divide ancora il popolo sanminiatese pur essendo stato certificato
documentalmente con inchieste amministrative e sentenze giudiziarie che la responsabilità
materiale fu della batteria Abel del 337° battaglione campale americano che sparò ,nell’area
ove è ubicato il Duomo, 89 cannonate da 105 tra le 10 e le 10,30 ,uccidendo 55 persone lì riunite
per ordine tedesco.

Di questo avvenimento, due lapidi collocate sulla facciata del Palazzo Comunale nel 1954 e nel
2008, danno versioni opposte. Verrebbe da sintetizzare i contenuti delle lapidi in questi termini:
eccidio tedesco, compiuto dagli americani!

Senza conoscere le dinamiche di questo sunto, le lapidi hanno suscitato nell’opinione pubblica
Indignazione, irritazione, a volte tragica ilarità, richieste pressanti di rimozione.

A metà Aprile il sindaco Vittorio Gabbanini, con il consenso della Giunta, ha tolto le lapidi, del resto
decisione da tempo preavvisata, per collocarle in un costruendo “ museo della memoria” e accompa-
gnandole con una opportuna didascalia a spiegazione delle versioni diversificate.
Apriti cielo! Si è scatenato un putiferio mediatico sospinto da posizioni ideologiche di partito, ma camuffate
da indignazione per aver calpestato, con la rimozione, la Memoria antifascista, il valore della Resistenza, il
Ricordo fondante della nostra Repubblica, la storia del popolo sanminiatese nell’approccio all’eccidio.

Provare a dire che le ragioni dei “guelfi” e dei “ghibellini” nostrani siano condivisibili, ci correrà il rischio di
un linciaggio? Pazienza ! Il silenzio è peggiore.

L’eccidio del 22 luglio è sofferto ancora con lo stesso dolore, ma con una percezione diversa, direi, molto diversa.
Le due lapidi, effettivamente, riassumono lo stato d’animo di una diversa elaborazione di quel delitto; raccontano un atteggiamento diverso, anche opposto, ma sempre di un unico dolore. E allora perché
toglierle se sono la sintesi di comuni strazianti ricordi?
La rimozione è stata avvertita, pare, come calpestio di valori ritenuti ormai acquisiti ed inviolabili , pur raccontanti con linguaggio dissonante, perché tale è il pensiero, ma ad un tempo con una narrazione falsificante dell’ episodio da cui quei valori sarebbero germogliati.

La lapide posta nel 1954 racconta un falso storico; quella del 2008 una grossa menzogna.
Non è affatto vero che dopo 60 anni la ricerca storica ha scovato “gli assassini”; è vero invece che dopo 60 anni la ricerca storica ha fatto sapere per filo e per segno che a compiere l’eccidio furono gli americani, casualmente, forse, ma certamente gli americani.
La unicità delle lapidi sta tutta nell’aver tramandato un unico stesso dolore, patito dalle persone con sensibilità diverse, ma dello stesso peso morale e civile.
Questa sintesi doveva essere fatta nel 2008, invece di ostinarsi nell’equivoco e apporre un’altra lapide
politica, anzi “ antifascista” come si vanta di definirle l’ex sindaco Frosini, svalutando il significato per cui
le lapidi sono state collocate, cioè l’eccidio.
Ha fatto una cosa da Sindaco, Vittorio Gabbanini, a toglierle e deporle in un museo ove con apposita ed opportuna didascalia le lapidi narreranno la fatica interiore del popolo sanminiatese di fronte ad una vicenda che pur raccontata apparentemente in contraddizione, sostanzialmente tramanda l’Anima, lo Spirito, il Desiderio, l’Ardore antifascista che misero insieme uomini di culture diverse per ridare libertà e democrazia.
A coloro (e sono troppi) che oggi intendono minimizzare l’eccidio non attribuendo importanza alla paternità dell’ordigno, mischiando tutto nel calderone della “guerra fascista” dico chiaro e tondo invece che è assolutamente imprescindibile la verità dal ricordo, e viceversa. E che sulle lapidi è bene scrivere la verità. Soltanto la verità.

la foto riproduce il vano della prima campana, così detta, ove picchiò una delle 100 cannonate in cui è stato collocato un marmetto che dice " Cannonata americana 22 luglio MCMVIL" Originale quel 1944, forse non entrava scritto MCMXXXXIV.


Beppe Chelli

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