I Luoghi, Le storie: Specialità dimenticate

martedì 19 maggio 2015:
La vede che sta sfogliando prima un depliant, poi un altro. Alla fine, scuotere la testa, in segno negativo. Le si avvicina e lei, prima ancora che lui le chieda cosa c’è che non va, indica il depliant con copertina marrone chiaro, intitolato “Il circondario da gustare”. E glielo dà.
Lui: è roba vecchia. Il circondario non c’è più, ora c’è l’unione dei comuni.
Lei. come dire se non zuppa è pan bagnato. Comunque, continuano a far circolare questo, non so neanche come chiamarlo, che non dice la verità.
Lui: fammi capire…
Lei: non ci vuole molto. Nel depliant, che strombazza il circondario,, si esaltano le cipolle di Certaldo, il tartufo marzolino di Lucardo (Montespertoli)., il carciofo empolese. Poi si fa un salto sulle colline di Firenze, per soffermarsi sullo zafferano. Quindi, ci s’allarga alla regione per parlare dei tartufi e del pane toscani. E il resto?
Lui.: a cosa ti riferisci?
Lei: Diobòno, nini (forse sua nonna avrebbe detto nano, pensò lui). Ti faccio l’elenco in un batter d’occhio. Il vino di Montespertoli, Cerreto Guidi, Vinci e Fucecchio. Senza contare il vinsanto e l’olio. Poi: i fegatelli, fatti di tre pezzi. Scamerita, fegato, magro, tutti e tre di maiale, tenuti insieme da un rappo di finocchio, e cotti nel lardo del maiale, dopo essere stati insaporiti con sale e pepe. Poi: il picchiante (o minuzzata), polmone di vitello ridotto a pezzi piccoli, battuto di odori e cipolla rosolato. Poi: il pancotto, che alcuni chiamano zuppa di pane, sbagliando. Poi: le anguille in ginocchioni (fritte). Poi: gli zuccherini di carnevale. Infine: la schiacciata di Pasqua. E chiedo scusa, se ho dimenticato qualcosa.
Lui: cosa suggeriresti per rimediare?
Lei: una pubblicazione completa, seria, da diffondere in una fiera periodica dei prodotti locali. Veri. Da fare, la fiera, in un luogo suggestivo, capace d’attirare anche il turista più disattento.
Lui: non tieni conto del campanile.
Lei: non mi far parlare male…