1983 - IL PALIO ISPIRO’ IL GIORNALE CONTRADE

martedì 19 maggio 2015:
IL PALIO ISPIRO’ IL GIORNALE CONTRADE

D’aprile, il numero 0. Il numero 1, di maggio. Era il 1983. Nasceva il giornale “Contrade”, ispirato al Palio ( nato, o rinato, nel 1981), ma con gli occhi rivolti anche al resto. Difatti, nella sua breve vita, arrivò a scuotere Fucecchio, perché andò a cercare il pelo nell’uovo.

La redazione
Un gruppo di amici, ai quali – con i mesi – se ne aggiunsero numerosi altri. Tutti giovani, divenuti, in seguito, insegnanti, bibliotecari, avvocati, farmacisti, medici, architetti, veterinari, ragionieri. Alla fine, si ritrovarono in tanti. Direttore responsabile e proprietario (ufficialmente): Massimo Gabbrielli. Redazione: Massimo Billi, omonimo dell’ex assessore e attuale presidente del Palio, Alessio Buggiani (fototografo), Luca Buracchi, Maria Cristina Chiti, Alberto Giani, Rico Lupi (fotografo), Francesco Maltinti, Mery Menichetti, Marco Neri (grafico), Sergio Tatini (grafico), Lorenzo Viti. Collaboratori: Sergio Buoncristiani, Laura Cartura, Vincenzo Iacobelli, Indro Lari, Donato Lauria, Sergio Macchiaroli, Alberto Malvolti (storico, ora presidente della Fondazione Montanelli Bassi), Nuccia Marchetti, Melania Vincenti. Collaboratori per le fotografie: Marco Matteoli e Lido Orsini. Sede in via Pistoiese 49.

Palio
Nell’editoriale del numero 0, intitolato “Contradarnosc: le Contrade del dissenso”, Lorenzo Viti ricorda anche quelle scomparse e ne spiega il perché. Scrive: “ Forse più che contrade sarebbe meglio definirli gli uomini del dissenso: Cei, Brotini, Fusi, Innocenti, Manzi e Nardi, personaggi noti nel mondo del Palio e non solo, mi ricordano tutti i loro sacrifici per dare avvio a quello che poi sarà diventato il fatto più importante della vita di Fucecchio, e mi ricordano che parlano a nome delle loro contrade, Torre, Ferruzza, Le Vedute, Querce, Cappiano e Galleno, ma soprattutto nell’interesse comune del Palio”. Da corsa di pony, loro sono passati alla corsa di cavalli, “sostenuti dalla poca fiducia di tutti” e hanno trovato “il posto, i cavalli e i fantini per far correre quasi tutte le contrade”. Ora, però, alcune di esse stano alzando bandiera bianca, tirano i remi in barca, gettano la spugna. Perché? Perché “tutte le spese, che sono milioni, gravano spesso sulle spalle di tre o quattro persone”. Se ne vanno – aggiungo - Le Vedute, Galleno e Querce, e non ci sarà verso di farle rientrare, anche se le cose cambieranno, in specie con il passaggio della manifestazione dai donatori Fratres al Comune, che ha dato vita all’associazione Palio.
Nel numero di maggio, Alberto Giani, Massimo Gabbrielli e Vladimiro Pillitteri dedicano una pagina al Palio del 1860, corso l’8 e il 9 settembre, in occasione delle feste mariane. Sei, i concorrenti, premi per il primo ( sessanta lire toscane) e il secondo (venti lire toscane).

Ospedale
Il 1983 è l’anno in cui la sanità si dà una sistemata nel Valdarno Inferiore. E un giornale come “Contrade” non può trascurare l’evento. Gli dedica pagine in più numeri. In un primo servizio (numero 1), affronta lo spostamento di alcuni reparti tra Fucecchio e San Miniato. Alla fine, il San Pietro Igneo avrà chirurgia, con urologia, ortopedia e cardiologia e, il Degli Infermi, medicina, ginecologia, ostetricia e lungo degenze, nonché dialisi. Uno smacco, per numerosi fucecchiesi, nascere a San Miniato. Vengono interpellate alcune personalità: Lido Morini, presidente dell’Associazione Intercomunale del Valdarno Inferiore; Andrea Cutolo, chirurgo e consigliere comunale, indipendente, eletto nelle liste del Pci; Claudio Toni, consigliere comunale del Psi; il consigliere comunale della Democrazia Cristiana Giorgio Sanna, uscito con il suo partito, nel 1980, dall’Intercomunale e dall’Usl 17; un rappresentante sindacale ospedaliero Cgil-Cisl-Uil. Ognuno dice la sua. Claudio Toni, per esempio, afferma: “Vista l’impossibilità di realizzare un nuovo ospedale comprensoriale, l’unica possibilità tecnica e politica è quella di unificare i servizi diagnostici e di degenza in modo da evitare inutili e costose duplicazioni di attrezzature e garantire la qualità dei servizi e dell’assistenza”. Ma Fucecchio si mobilita contro i cambiamenti. E “Contrade” lo documenta con puntiglio. Poi (numero 7, dicembre) intervista Antonio Marrucci, presidente dell’Usl 17, il quale sostiene, a un certo punto: “In fondo è necessario stabilire un rapporto più stretto tra medici e politici, i quali non sono sempre incompetenti e faziosi come si crede; e mi sembra che, al di là delle varie posizioni, si sia assicurata maggiore democraticità alla sanità, che prima era tutta in mano ai medici con scarse possibilità di controlli”.

I conti in tasca
Nel numero 6, novembre, Alberto Giani va a curiosare tra le denunce dei redditi delle persone fisiche e ne pubblica l’elenco sotto il titolo “Chi è il più ricco del reame”. L’iniziativa suscita un vespaio, anche perché – dice qualcuno – i dati si riferiscono al 1979. Del resto, sono i primi disponibili. Finiscono nelle grinfie dei curiosi: geometri, ingegneri, avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro, medici, industriali, artigiani, commercianti. Il clamore è tale che il giornale passa brutti momenti. Ma, un risultato, l’ha ottenuto: ha scoperto numerosi altarini.

Riccardo Cardellicchio