Star della tv, è di Fucecchio con gli occhi a mandorla

venerdì 5 giugno 2015:
Alessandro Zhou è diventato protagonista di un nuovo reality con altri cinque giovani. Gestisce un ristorante con la madre e dice: "Mi sento cinese per l'importanza che attribuisco al lavoro"

Si chiama Alessandro ma di cognome fa Zhou. E’ nato a Pontedera 24 anni fa ma ha tutti i tratti somatici di chi viene dalla Cina. Eppure – se lo senti parlare – ha un accento che è più toscano e fucecchiese di tanti locali. Per questo, essendo uno dei simboli delle cosiddette “seconde generazioni” (i figli degli immigrati nati in Italia), è diventato protagonista di un nuovo format in onda su Real Time, intitolato “Italiani made in China”. In questo programma sei ragazzi cinesi (tre maschi e tre femmine) vengono riportati nella loro terra d’origine, che spesso hanno visto soltanto da piccoli o che non hanno mai visitato; un format a puntate, che analizza le emozioni di questi “nuovi italiani” ritornati laddove sono nati e cresciuti i loro nonni e genitori.
La loro avventura è cominciata in una casa nel cuore pulsante di Shangai, che li ha ospitati per qualche giorno prima di cominciare il lungo viaggio alla ricerca delle origini e dove impareranno a conoscersi meglio. Terre di cui spesso hanno soltanto sbiaditi ricordi, come racconta Alessandro, che fa l’aiuto cuoco nel ristorante di famiglia a Fucecchio:«Ci hanno portato a Shanghai, la New York cinese, che non avevo mai visto: è tutto diverso rispetto a dove ho vissuto e lavorato ma non escludo che un giorno ci ritornerò». La vita di Alessandro è fatta di molte tappe: nasce a Pontedera il 20 luglio 1991, poi dopo un anno si trasferisce a Fucecchio dove rimane per altri dieci anni. Dopo inizia un vero e proprio tour: Abruzzo, Germania e infine Sicilia, dove trascorre la sua adolescenza vicino a Catania. Il ritorno a Fucecchio è datato 2008 e da quel giorno è sempre rimasto in zona, impegnandosi nel ristorante di famiglia (L’Incanto in via Trento) con la madre Lia. Nel frattempo è arrivata la chiamata della televisione, grazie anche ad un altro dei protagonisti, amico di Alessandro:«Hanno contattato prima lui e poi me; da lì mi son trovato a Milano dove ho fatto il casting e sono passato. A dicembre 2014 siamo andati a Shanghai per venti giorni ma su com'è andata non mi sbilancio».
“Italiani made in China” è stato anticipato da uno spot del tutto particolare, dove Toto Cutugno ha cantato la versione tradotta in cinese della storica hit “L’italiano”. E se per Cutugno deve essere stata impresa ardua anche per Alessandro esprimersi in cinese non è come bere un bicchiere d’acqua:«Non so parlare il cinese mandarino, conosco soltanto una forma di dialetto che parlo con la mia famiglia. E’ quello che parlano nella loro regione d’origine, lo Zhejiang, dove si trova Rui’an, la città dei miei parenti, in una zona dalla quale provengono molti dei cinesi che si stabiliscono in Toscana». Ma Alessandro Zhou si sente fucecchiese o cinese? «Non sono in grado di dare una percentuale fra l’una e l’altra cosa; forse essere cinese ma non esser nato nel mio paese d’origine non mi fa sentire troppo legato a questo o a quel luogo. Sono due culture diverse, e il fatto di sapere la lingua fa la differenza, visto che spesso alcuni padri vanno dietro ai figli che frequentano
le scuole italiane e che quindi tornano a casa e parlano italiano. Di sicuro nel futuro mi vedo più cinese ma non perché voglio tornare là quanto piuttosto perché intendo costruirmi una base per il mio futuro lavorando, che sia a Fucecchio o dove si presenterà un’altra buona occasione».

fonte: IlTirreno.it - Marco Sabia