Simone Mereu: non si sbraccia, non si scompone, ma vince. Eccome se vince!!!

sabato 6 giugno 2015:
Se Silvano Mulas è il ritorno , Simone Mereu è la conferma del Palio di Fucecchio. Ma non solo, è la conferma di come vincere sia in realtà semplice, semplicissimo.
E’ come una di quelle ricette quasi della cucina povera , in cui gli ingredienti sono importanti nella misura in cui si riesce a dosarli, quelle ricette lunghe ma non laboriose, lente nella cottura ma speciali, che hanno quel sapore vero, buone per quanto semplici.
Simone Mereu è cosi, come lo sono le sue vittorie. Lo vedi correre e sembra che tutto gli venga facile, non si sbraccia, non si scompone, ma arriva, eccome se arriva; lui dice che basta avere il senso del traguardo per farlo , al palo ci si arriva prima o poi , il palo non si sposta, non ha fretta e ti aspetta.
Lui, questa ricetta la sa a occhi chiusi e la spiega come un concetto elementare , quasi primitivo, ci vuole lavoro e dedizione , rispetto e passione, preparasi in modo da essere al 120% quando si presenta l’occasione .
Le sue vittorie su Fucecchio lo raccontano, prima nel Samo con Narcisco , poi il fanta- cappotto alla querciola con Bomario e Tavel.
Tre ottimi cavalli , certo, montati però con una sapienza tale da correggerne difetti , inesperienze e dissiparne dubbi, tre motori importanti che mandati da lui sembrano facilissismi da guidare. Forse il segreto è il suo approccio, Simone ha un rapporto decisamente affettivo con i cavalli, si vede da come i suoi, in scuderia appena si affaccia al box, lo cercano, da come li chiama, sono cavalli abituati al lavoro , ma nella stessa misura a una mezza giornata passata all’aria, a caramelle e carezze, hanno occhi di cavalli che si fidano.
Il suo percorso lo ha portato dalla Sardegna a Milano, dove faceva base ai tempi dell’ippica e delle corse regolari, poi per quell’apparente inspiegabile motivo , la svolta, la scelta di dedicarsi alla provincia, col sogno di arrivare poi, finalmente a Siena, chimera di tutti. Una scelta fatta non da ragazzino, ma già da professionista affermato
Dai primi contatti con Porta Raimonda ai Palii corsi su e giù per l’italia, da Legnano a Bomarzo, segnando le tradizionali tappe della provincia, fino all’approdo da Andrea Mari, per un “ corso intensivo “ e una “full immersion” in questo nuovo mondo, un incontro bello il loro , in cui Simone ricorda di aver imparato molto e che diventa poi uno scambio in cui si da e si riceve secondo la propria esperienza. Poi la decisione di mettersi per conto proprio, scegliersi un posto e farne una scuderia, tirare su da solo i cavalli, incontrando tutte le difficoltà tipiche di ogni inizio, ma Simone è uno che non molla, che crede nel proprio lavoro soprattutto. E inizia a vederne i frutti, il 2013 iniziato in salita termina bene e con soddisfazione, il 2014 si apre con contatti già buoni con la Querciola, il destino ci mette del suo con Bomario e l’accoppiata verde arancio nel palio del 2014, infila tutti , uno dopo l’altro e taglia il palo. Con semplicità, come piace fare a Simone.
Il suo 2015 riparte dalla stessa Contrada, persone per lui ormai familiari, ambiente sereno, poche pressioni, qualche altro contatto importante, ma la sorte si affaccia di nuovo, ecco Tavel , il cavallo battuto proprio l’anno precedente:Simone racconta di una scelta fatta in uno scambio di battute col Capitano in macchina, rimane in Querciola , con un imperativo : impossibile non riprovarci.
Perchè Bomario era un treno, e Tavel deve ancora dimostrarlo, perché l’esperienza e la vita gli hanno insegnato che il denaro non è tutto, perché li, in Querciola ci sta bene , bene davvero, lo staff a disposizione è ben calibrato, non c’è l’ansia di vincere , si fanno le cose con calma, ma l’idea di farla grossa sotto sotto c’è. Dice qualche no gentile , e indossa di nuovo la giubba verde arancio.
Simone è affascinato dal mondo Contrada, parla dei dirigenti, dei bambini, di chi cucina piuttosto che di chi monta i tavoli con lo stesso rispetto,; al suo passaggio davanti a quelli della Querciola nel riscaldamento in Buca lo sguardo veloce si ferma su ognuno di loro, li carica , li incita.
Simone è un uomo che i cavalli li conosce profondamente, perché si sforza di capirli, senza prepotenza , cerca di assecondarli, li ascolta per tirarne fuori il meglio. Guardare la mossa interminabile e sfiancante ne è la dimostrazione , Tavel e Mereu sono come in una bolla, fermi , calmissimi e pronti , soprattutto pronti; Simone sente che il cavallo ha ancora bisogno di giri, ha energia e potenza e in batteria forse lo ha risparmiato fin troppo. Per la Querciola il tempo lungo del canape diventa cosi solo tempo dell’attesa, l’attesa di scappare via e correre, in maniera facile ; nessuno impensierisce Mereu e Tavel nei giri che li separano dal palo. Una volta partiti , mettersi il cappotto è questione di un attimo.
Simone Mereu è cosi, lo ascolti e non ti stupiresti di averlo visto tornare da un ufficio in giacca piuttosto che da un allenamento ,è uno che fa il suo lavoro in maniera seria , uno a cui la fatica non fa paura , uno che la sera va a letto senza pensieri perché il suo cerca di farlo sempre e sempre al meglio.
Uno a cui piacciono le cose semplici, consapevole di una bravura non comune ma a cui non piace alzare la voce. E il 2015 è solo all’inizio; il sogno di piazza del campo rimane, certamente , ma al momento si è guadagnato un ruolo da vero protagonista in un altro importante palcoscenico. Intanto lavora forte, si allena a terra e a cavallo, si coccola orgoglioso i suoi cavalli in una spianata battuta dal sole cocente … in un ‘estate cosi calda, portare il cappotto non deve essere piacevole … ma è un sacrificio da sopportare col sorriso.


Eleonora Mainò