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Andrea Coghe - I sassolini e il chiodo dalla scarpa

 

mercoledì 10 giugno 2015:

E :Andrea , raccontami del chiodo. Subito!

A: alza le gambe ,  e fa “ eccolo”

Ne ha uno uguale , infiliato nelle snakers  che indossa. Li tiene per abitudine infilati nelle scarpe, dice”li uso per montare , non stanno  nella stessa posizione in cui starebbe uno sperone , ma spostati  più indietro , cosi da usarli non costantemente sul cavallo , ma solo nel momento in cui  avverto  la necessità di farlo”.

Le scarpe indossate a Fucecchio, in Buca, sono le stesse con cui ha fatto la provincia. I chiodi erano li da tempo, si era dimenticato di toglierli.

Il Mossiere se ne accorge, dei chiodi, solo al secondo controllo, per cui il fantino di San Pierino , al canape durante la prima batteria, viene fatto scendere e gli viene chiesto di sfilarli.

Da lì, Andrea si inventa un Palio per gli arancio blu, che forse nessuno poteva immaginare secondo le possibilità del cavallo.

San Pierino , è stato il suo unico  contatto durante l’inverno su Fucecchio, si parla di un possibile ingaggio su un cavallo di seconda fascia, Andrea ci tiene molto e ci conta;  all’arrivo di Quisario , dopo una nottata di stallo, la mattina successiva alla tratta ,quelli di San Pierino si presentano a scuderia a prenderlo,si va  a Fucecchio.

Non è alle primissime armi, in fatto di palii , Asti , Legnano , Ferrara , Castel del Piano sono piste già battute; ma a Fucecchio riconosce una  differenza , un approccio più “senese “ ( e lo sottolinea col massimo rispetto per entrambe le piazze), un modo simile di fare il palio delle dirigenze , una contaminazione  forse dovuta alla vicinanza geografica , allo stesso giro di colleghi che fa si che le dinamiche dei due palii siano strettamente legate.

Ma anche un modo diverso di vivere la Contrada, con la gente più vicina e partecipe.

Anche nei giorni che precedono la corsa , le modalità non sono molto differenti , si dorme col guardia- fantino , si sta lontani dal telefono, c’è un organizzazione capillare; San Pierino è una  contrada piccola, senza rivali, ma con un passato recente glorioso, gente abituata bene.

Andrea racconta come abbia cercato di rubare con gli occhi per fare sacco d’esperienza ciò che ha vissuto, dopo la batteria lascia andare un urlo,  per la gioia della qualificazione, che  lo libera e lo porta dritto in finale , a sorpresa. Il cavallo, forse l’ultimo del lotto, non dava speranze sulla carta, ma bisogna tirare fuori l’anima, dai cavalli  anche da quelli peggiori , mi spiega; stare attenti e magari abbastanza svegli da approfittare di qualche errore degli altri.

E San Pierino va in finale , a dispetto di altre contrade  con accoppiate più accreditate.

Andrea , sa come il palio sia un gioco d’equilibri sottili, lo ha visto fare fin da piccolo in casa sua, va al canape con la convinzione  di fare bene, senza cercare  però di compromettere nulla, la stagione è ancora lunga.

Fa un analisi lucida della mossa;  anche la settimana dopo, a Ferrara  , dove arriva secondo in San Luca,  ha vissuto un altro canape complicato, sa benissimo che parte del gioco è anche questo.

E: Come immagini  di poter reagire alla pressione di un killer ? 

A:  Prima con sottigliezza ragionata e  poi col coltello tra i denti.

E’ uno nato bene , da mani che i cavalli li mandavano con eleganza; ha deciso relativamente tardi di provare a fare questo mestiere, dopo la maturità; a casa, la sua scelta diventa una sfida; il babbo non gli regala nulla, alza ogni giorno l’asticella del carico di lavoro, e più la fatica aumenta più Andrea sente che è la strada che gli piace.

Parla e racconta di questa sua formazione con la soddisfazione di chi adesso inizia a raccogliere i successi (una  stagione in provincia davvero ricchissima di primi).

Il babbo rimane un punto di riferimento importante , prima come genitore che come fantino; a settembre , se si qualificheranno per la finale , si troveranno , come già accaduto proprio a Asti , al canape insieme ;  si sente pronto per un confronto alla pari.

E’ uno 2.0, social. A tratti sfrontato , fragoroso. Uno che sembra vedere tutto in bianco e nero, confini netti, opinioni decise su se stesso , sui colleghi, sul panorama delle monte, sulla gestione dei rapporti , tra fantini e dirigenze.

Si muove parallelamente  a un altro figlio d’arte ,  il paragone tra loro viene naturale.

A: "mi sento  pronto a rischiare, meglio un debutto su un bombolone , che su un mezzo cavallo, ho avuto un maestro duro , che mi  ha raccomandato poco o niente , è il momento del  grande salto,  aspetto l’esordio in Piazza , col battesimo del soprannome."

Per Fucecchio si sentiva pronto già dall’anno prima,  mantenere forti i contatti con San Pierino è uno dei suoi propositi, un posto in Buca sente di meritarlo.

Parla a raffica , con entusiasmo, gesticola, è 2.0. A immaginarlo come una  chat di un social,  sarebbe una serie di emoticons e di punti esclamativi o semplicemente il compagno di banco seduto  nell’ultima fila in classe , quello rumoroso  che conquista la professoressa col sorriso  un  po’ ruffiano .

Eleonora Maino'

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