Andrea Mari : in Buca? Io ci riprovo...

lunedì 31 agosto 2015:

Brio : è questa la vita che sognavo da bambino.

Andrea Mari detto Brio, è uno che il Palio ce l’ha addosso, da sempre.

Il suo approccio è quello di un senese, con tutta la tensione e l'emozione che implica essere nato sotto la Torre del Mangia. Lo vive di testa e cuore, senza mezze misure.

Andrea Mari le tappe importanti le ha centrate tutte o quasi, in poco meno di un anno solare dal 16 agosto del 2014 al 2 luglio del 2015 ha vinto quasi tutto,  poco meno di 300 giorni a nerbo alzato con la chicca finale della galoppata vittoriosa nella Torre.

Il suo incontro con 0571 avviene in Piazza del Campo, il suo palcoscenico principale

E: Rimane il nodo Fucecchio da sciogliere per te, questo sembrava l'anno buono, un Palio ben fatto a livello strategico, Nanneddu nella stalla,una finale senza l’avversaria Bernarda, ottimo posto al canape  e invece ?

A:Io li capisco se mi fanno rimanere a piedi a Fucecchio eh...

Fucecchio e la Buca rimangono il mio cruccio. Ho cercato di dare una lettura mia a questa situazione.

In Buca si corre il primo Palio dell'anno, e ci arrivo con una voglia doppia, una tensione maggiore rispetto agli altri, la fame di Palio a maggio è grossa, forse mi ci vorrebbe un Palio a settembre …

Le prime volte che ho corso a Fucecchio ero visto come  l'astro nascente, ci si aspettava molto da me, per qualche anno mi sono difeso, poi quasi paradossalmente, mentre crescevo in Piazza Del Campo e iniziavo a vincere e convincere, a Fucecchio invece inanellavo una serie di prestazioni mediocri. A volte ho rincorso la vittoria troppo, forse; spesso la colpa è stata mia, ma non mollo. Mi piace Fucecchio, ci sto bene e credo si veda questo. Mi rendo conto delle perplessità che ci sono sul mio valore in Buca, ho dimostrato sempre poco lì per meritarmi la stima della gente come fantino, ma "non smetto finché non mi fanno smettere", finchè mi ritengono idoneo io ci provo e bisogna ci riesca. Se ripenso al Palio di maggio, mi rendo conto di come abbia fatto il pazzo, in batteria, di come poi al canape in finale tutto pareva messo nel verso giusto, e invece ancora niente.

E: la tua storia con Fucecchio come quella con Siena è fatta di grandi rapporti, dagli inizi ad oggi con Porta Raimonda.

A: io sono Brio di nome e di fatto, ho bisogno fortemente di una condizione umana intorno a me che mi sia familiare, faccio una vita che mi toglie per  ovvi motivi anche solo di orari, spazio per gli amici, il tempo che passo con le dirigenze e' tanto, e mi piace stare bene, creare dei rapporti umani che vanno al di là del solo parlare di lavoro. È successo così anche con Porta Raimonda.

Una Contrada grande nei numeri e nella storia, che comunque da sempre segna il Palio di Fucecchio e ne scrive un pezzo di storia.

L'approdo giusto per me a Fucecchio. Dove ho la possibilità di giocare il derby , passami il termine, con Porta Bernarda.

Raimonda non è solo una grande Contrada che il Palio lo fa in maniera importante  ma mi offre l’occasione di avere contro l'altro grosso monte della Buca, non nascondo che la libidine di farcela contro un’avversaria del genere è tanta

La chiacchierata con Andrea è una corsa all'indietro, gli inizi ormai lontanissimi di cui porta come una medaglia sul petto il soprannome di Lester (Piggott ndr), poi  quella  parte della costruzione della carriera di  Brio che  passa in maniera significativa  da Fucecchio, e incrocia le strade della Querciola, “con cui ha fatto un percorso di crescita ( le mie ossa )” , poi Ponte a Cappiano  e Paolo Catastini ,uno di quei rapporti "alla Mari", infine  Sant’ Andrea, il giubbetto da centro storico, la collegiata, i vicoli, “il sapore di tanto Palio.”

Andrea Mari e' uno di quelli che si ricorda il Palio di un tempo e che ha iniziato a farlo seriamente proprio mentre stava cambiando, e quindi ha dovuto imparare due volte, e lo ha fatto prima con alti e bassi notevoli, poi trovando una stabilità sua, lavorando su stesso anche grazie a persone intorno a lui.

La sua immagine è quella di un ragazzo (bordello si direbbe a Siena) di quasi 40 anni, che ha imparato a conoscersi. Uno a cui quello che fa piace da impazzire e si vede da come ne parla, senza rigidità però, differente da certe immagini di chi si autoalimenta del proprio essere personaggio, non fa Brio, è Brio.

Il Palio gli scorre dentro,  “mi garba proprio”, dice,  e vivendolo addosso  “patisco la paura della purga”.

Non sta fermo un attimo, parla sempre con un tono di voce pacato però, si muove in Piazza del Campo come nel salotto di casa, lo fa da senese.

Saluta gli amici, li invita a fermarsi, poi lo raggiungono Mazzantini e Fatichi, Capitano e Mangino gialloblù. C’è anche  aria di Fucecchio stasera sotto la Torre del Mangia

Porta Raimonda c'è . E si tiene ben stretto Andrea Mari.

Brio incrocia ricordi, istanti, volti di  ormai quasi 20 anni di carriera, gli inizi a Casole d’Elsa a scuderia Barbagallo, le prime monte pagate (10mila lire), gli affetti di casa, gli amici, la passione per Jovanotti, il sorriso di Ilaria, la Civetta che “è la Civetta”, l’impresa su Morosita, un Palio vinto a tutto tondo; gli ultimi impegni della stagione.

Poi ancora maggio, ancora Fucecchio: “ci si riprova”.

L'ultima battuta è ancora un'occhiata in Buca

E: Andrea ma se un giorno vincessi davvero il Palio di Fucecchio?

A:Se un giorno ci riuscissi ... Mi fermo dopo 16 giri di pista...!

Andrea Mari è proprio così … come canta Jovanotti … “un po’ di Vasco Rossi un po’ di Topolino … “