I LUOGHI, LE STORIE - Filippino Lippi e dintorni

martedì 8 settembre 2015:

di Riccardo Cardellicchio

Filippino Lippi e dintorni

Sabato, metà mattina. La piccola chiesa della Ferruzza è gremita. C’è la presentazione del libro di Aurora Del Rosso, pubblicato dalle Edizioni dell’Erba, in cui l’autrice, ex assessore e attuale consigliere comunale, racconta la sua scoperta: quella  che sta davanti a noi, esaltata dalla parete bianca, non è opera d’un pittore qualsiasi,  ma di Filippino Lippi (Prato 1457-Firenze 1504). L‘affresco rappresenta la Vergine Maria Ferruccia, col Bambin Gesù in braccio e, ai lati, San Giovanni Battista e Sant’Antonio. Ci sono tutti. Anzi, no, Ovviamente, c’è l’autrice. C’è il sindaco Alessio Spinelli. C’è l’arciprete don Andrea Pio Cristiani, padrone di casa. C’è lo storico Alberto Malvolti . C’è la collaboratrice della Del Rosso, per la lettura dei documenti medievali, Veronica Vestri. C’è anche l’esperto d’arte Andrea Vigna, che illustra l’affresco. Ma manca, nei posti d’onore, Daniele Cei, assessore alla cultura. Se ne sta da una parte, in piedi, accanto alla porta secondaria della chiesa. Perché? E’ vero che non ne sapeva niente? E’ vero che non è stato neanche invitato? E’ vero che tra la Del Rosso e Cei non corre buon sangue, dal momento in cui il sindaco Spinelli ha dato alla Del Rosso la delega del museo?  E’ vero che il segretario del Pd ha in mano la patata bollente? Perché bollente è.

E’ chiaro che il libro ha assunto un altro aspetto, anche perché un santacrocese e un sanmiatese si sono messi ad esternare dubbi sulla bontà della scoperta. Sono arrivati a definirla una bufala. Tutta invidia?