I LUOGHI, LE STORIE - Le colline delle Cerbaie massacrate

martedì 3 novembre 2015:

di Riccardo Cardellicchio

Le colline delle Cerbaie massacrate 

Straripano parole nella strada nel bosco scempiato dal male venuto da lontano. Sono parole dure che sanno di rivolta, rivolta anche contro l’uomo incapace d’arginare, intervenire. Cambia, cambia tutto. Il paesaggio cambia, anzi è già cambiato con la morte dei pini marittimi – i più diffusi nelle Cerbaie – consumati, uccisi dalla cocciniglia.

Gli animali sono in difficoltà, forse i più sono fuggiti in cerca d’altro, di qualcosa di più sicuro.

Quel che era un paradiso, ora mette tristezza.

Ma c’è chi non dispera. C’è chi confida nella potenza della natura.

“I pini marittimi – dice – erano gli alieni, piantati per commerciarli fin dal tempo del granduca Cosimo. Lui voleva il legname per il porto di Pisa, allora fiorente. E presero il posto di querce, cerri, lecci. La fecero da padroni. Tanto che i boschi divennero pinete. Andava bene così, anche dopo Cosimo. Si potevano fare soldi. Fino a pochi anni fa, fino a quando un insetto minuscolo (cocciniglia), un  niente, ha preso d’assalto la linfa dei pini marittimi e li ha indeboliti, seccati, al punto di vederli andar giù al minimo refolo di vento. Non i pini domestici o i silvestri. No, soltanto i  marittimi.

L’ottimista sostiene che le Cerbaie, grazie alla potenza della natura, possono riprendere il loro aspetto originario. Niente alieni a disturbare, corrompere, mettere in pericolo l’ecosistema. Sarà.