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I LUOGHI, LE STORIE - C’era una volta il forum dell’Agenda 21

 

martedì 1 dicembre 2015:

di Riccardo Cardellicchio

 

C’era una volta il forum dell’Agenda 21

 

C’era una volta il forum dell’Agenda 21. Vivacchiava. Ma c’era. Ora non c’è più da anni… anche nel Valdarno Inferiore. Avrebbe dovuto darci indicazioni sullo sviluppo sostenibile. Prevalse, invece, chi aveva interesse a sotterrarla nel cimitero delle buone intenzioni. La sua morte fu annunciata con un comunicato di tre righe, un de profundis.

Si mise su una brutta strada il decennio (2005-2014), promosso dalle Nazioni Unite, per l’educazione allo sviluppo sostenibile che vedeva impegnata l’Unesco, cui era stata affidata la campagna per la cultura della sostenibilità.

L’Agenda 21 (21 indicava il ventunesimo secolo) faceva parte di questa campagna. Approvata al summit della Terra a Rio de Janeiro nel 1992, aveva intenti e obiettivi programmatici su ambiente, demografia, povertà, fame, risorse idriche, urbanizzazione, trasferimenti di tecnologie. Un documento con quaranta capitoli e quattro sezioni: dimensioni economiche e sociali, conservazione e gestione delle risorse per lo sviluppo, rafforzamento del ruolo delle forze sociali. In particolare, il capitolo 28 riconosceva un ruolo decisivo alle comunità locali nell’attuare le politiche dello sviluppo sostenibile.

Tutto inizia nel 1972 con la Conferenza di Stoccolma sull’ambiente umano. C’è la presa di coscienza dei problemi ambientali. Vent’anni dopo arriva il rapporto Bruntland, conclusione del lavoro commissionato dalle Nazioni Unite, “destinato a tracciare le linee fondamentali di un’agenda globale per il cambiamento”.

Nel 1994, si ha la carta delle città europee per uno sviluppo durevole e sostenibile. Tre anni dopo, in occasione del Forum Rio più 5, si affrontano le strategie e i sistemi di gestione “per rendere operativo lo sviluppo sostenibile a scale locale, nazionale e internazione”.  Nel 1997, viene firmato il Protocollo di Kyoto che “vincola i paesi industrializzati a ridurre le emissioni di gas serra”.

La Carta di Ferrara, nel 1999, dà il via al Coordinamento delle Agende 21 italiane. Nel 2000, al vertice dell’Aja, c’è il tentativo di definire i dettagli del trattato di Kyoto. Ma tutto va a carte quarantotto per la spaccatura con l’Unione Europea, decretata dagli Stati Uniti, sorretti da quattordici Paesi dell’America Latina. Il summit di Johannesburg, nel 2002, dà risultati insoddisfacenti. 

Ora. Mi sembra che, a livello internazionale, si faccia finta di correre ai ripari. A livello locale, silenzio assoluto. Gli assessori all’ambiente sono ridotti a essere assessori alla spazzatura e  ai cani abbandonati… a niente in pratica… visti i problemi sul tappeto Invece, il 

rispetto dell’ambiente è un dovere se si vuole migliorare lo sviluppo umano. E l’Agenda 21 era lo strumento giusto. Il Valdarno Inferiore non può ignorarlo. Non è certo un’isola felice. Anzi.

Riccardo Cardellicchio

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