Meningite: Batterio sbarcato da una nave nel 2012. Ecco come si è propagato

mercoledì 30 marzo 2016:

"Un focolaio epidemico" lungo la Valle dell’Arno. Il direttore dell’unità operativa malattie infettive di Pisa, Franco Menichetti, zittisce scettici, "distratti o in malafede".

Dottore, perché proprio in questa zona?

"E’ la domanda principe. Oltre il 50% dei casi di infezione da meningite meningococcica C nel 2015 in Italia sono stati documentati in Toscana. E’ un’evidente anomalia".

Qualche teoria? 

"Si ritiene che l’introduzione di questo complesso possa essere avvenuta con lo sbarco dei crocieristi a Livorno: nell’ottobre 2012 furono colpiti 4 membri dell’equipaggio di una nave: erano tre stranieri e un italiano".

E poi?

"La questione ora è, qual è il livello di circolazione nella nostra regione".

Come si calcola?

"Uno studio dei tamponi nella popolazione che abita all’interno delle zone dove più colpite aiuterebbe a capire il fenomeno. Siamo in ritardo in questo senso. Si pensa che ci siano mille portatori per ogni caso".

Perché la malattia sarebbe esplosa a distanza di tre-quattro anni da quell’emergenza?

"La circolazione del meningococco è cresciuta in modo consistente, trasmettendosi di gola in gola, fino ad arrivare a un livello di saturazione, concentrandosi poi lungo la Valle dell’Arno che corrisponde a quella maggiormente popolata. E’ fondamentale vaccinarsi".

Anche la signora di Santa Croce, però, si era vaccinata il 2 marzo scorso...

"Ogni caso è diverso. Ma la risposta vaccinale varia dai 15 ai 30 giorni. E comunque col vaccino di solito la forma è meno grave. L’adesione alla campagna è a singhiozzo e la popolazione continua a non essere protetta: questo è un batterio più aggessivo del solito. Non rispetta né la stagionalità né le fasce di età. Certo, occorre accorciare i tempi di risposta negli appuntamenti, altrimenti i cittadini non aderiscono".