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il Cesat Fucecchio, riferimento nazionale per le protesi, rischia la chiusura. Una vergogna!!!

 

giovedì 30 marzo 2017:

«Qui facciamo miracoli con le anche»

Ma il Cesat, riferimento nazionale per le protesi nato nel 2009, rischia la chiusura

È un vero vanto nazionale dell'ortopedia. È un centro hi-tech per ginocchio e anca che richiama pazienti da tutta Italia. È il Centro toscano di chirurgia protesica (Cesat) realizzato nell'ex ospedale San Pietro Igneo, di Fucecchio (Firenze), la cittadina che ha dato i natali a Indro Montanelli, una delle prime strutture in Toscana a essere riorganizzata secondo il modello di «Focus hospital».

Una scommessa vinta dal professor Massimiliano Marcucci, 61 anni, direttore del centro e docente di ortopedia e traumatologia all'Università di Firenze, che ha fatto di una sfida, un'eccellenza con 1.200 interventi all'anno, 36 posti letto e due sale operatorie super tecnologiche ad avanzatissimi standard di sterilità: un sistema a flusso laminare verticale di ultima generazione costituito da una campana ottagonale in cristallo con 50 ricambi di aria sterile ogni ora. «Siamo molto orgogliosi del nostro reparto - dice Marcucci -. Ogni giorno i medici impiantano cinque protesi ad altrettanti pazienti». L'equipe medica è composta solo da 6 ortopedici chirurgici.

Ogni anno in Italia si eseguono oltre 70mila interventi di protesi all'anca. «In Toscana - afferma Marcucci - se ne eseguono oltre 6mila. Il sistema pubblico regionale ha incrementato del 10% l'attività di implantologia protesica, ma nonostante questo la crescente richiesta ha creato lunghe liste di attesa». Per questo, otto anni fa si pensò al Cesat che non solo garantisse al paziente un intervento in tempi rapidi, ma soprattutto offrisse un servizio specialistico di eccellenza, con un percorso clinico-assistenziale completo: dalla diagnosi al recupero della autonomia funzionale post-operatoria. «Il percorso ruota intorno al paziente - continua Marcucci - che in 3-5 giorni, a seconda dei casi, dopo l'intervento torna a casa. Con benefici economici notevoli per il Sistema sanitario». Si stima un risparmio di circa un milione di euro all'anno (duemila giorni di ricovero complessivi in meno). L'attività operatoria del Cesat ha avuto inizio il 31 agosto 2009. Da allora sono stati eseguiti più di 5.000 interventi chirurgici su anca e ginocchia e risultano essere in attesa oltre 2.000 pazienti provenienti da tutta Italia.

Il Cesat è anche un importante polo di ricerca scientifica svolta attraverso la Fondazione Onlus «In cammino», costituita dagli stessi chirurghi del centro. La Fondazione è oggi in forti difficoltà economiche e, nonostante l'interessamento del sindaco di Fucecchio, Alessio Spinelli, rischia di chiudere i battenti.

Fabrizio Boschi - ilgiornale.it

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