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FUCECCHIO CONTRO IL RAZZISMO E PER LA LEGALITÀ. TONI (PD): 'L’IGNORANZA, PURTROPPO, CONTINUA A MIETERE VITTIME'

 

lunedì 26 giugno 2017:

“Fucecchio contro il razzismo e per la legalità” Il Consiglio Comunale di Giovedì scorso ha approvato all’unanimità la mozione, presentata dai gruppi consiliari Partito Democratico e Fabrica Comune – La Sinistra, “Fucecchio contro il razzismo e per la legalità”. Prendendo spunto dalla “Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale”, si prende una posizione forte contro ogni forma di discriminazione razziale e contro la squallida strumentalizzazione che molte forze politiche stanno portando avanti, proprio in queste settimane, sul diritto di cittadinanza. Fucecchio si schiera per la coesione sociale, si riconosce nei valori di libertà, uguaglianza e dignità, così come continua a ritenere di estrema importanza sicurezza e contrasto all’illegalità, quali condizioni necessarie affinché si possano garantire le condizioni per il pieno esercizio delle libertà individuali. di seguito l’intervento del Capogruppo PD Il 21 Marzo si celebra, ogni anno, la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale, istituita dall’ONU in una data scelta per ricordare uno dei più sanguinosi capitoli dell’apartheid. Questo è il tema di una mozione, presentata dal Partito Democratico insieme a Fabrica Comune – La Sinistra; la si tratta a posteriori, rispetto al 21, ma l’argomento non è certo stagionale e nemmeno può essere di interesse solo un giorno all’anno. Siamo nel ventunesimo secolo, ma di fatto poco è cambiato nella percezione del diverso rispetto a quella dei nostri antenati. La nostra storia, almeno fin da quando si può parlare di storia, ci parla di discriminazione, ghettizzazione ed emarginazione.

Non è certo questa la sede per fare una disamina di quanto avvenuto nei secoli, anche se sarebbe interessante, così come sarebbe interessante accorgersi di come molte frasi ed eventi non avrebbero nemmeno il bisogno di essere attualizzati, tanto sarebbe plausibile che fossero avvenuti o state pronunciate soltanto ieri. Basti pensare che lo stesso Tacito, uno dei più grandi storici dell’antichità, riferendosi agli ebrei scriveva nelle sue “Storie” che: “quanto è sacro per gli altri è per loro profano, e quanto per noi è empio, per loro è lecito”. È vero, questo veniva scritto circa 2000 anni fa e l’umanità tutta ne ha fatta di strada da allora. Facciamo allora un balzo in avanti fino al 1798, anno in cui in cui Samuel Taylor Coleridge e William Wordsworth pubblicavano le “Ballate Liriche”, universalmente considerate il punto di partenza del Romanticismo inglese. Di certo non stiamo parlando di epoca primitiva o di imbarbarimento culturale. Ebbene, come ci ricorda Eco in un suo saggio, rimarremmo disgustati nel leggere quanto riportato nella prima edizione americana, del 1798 appunto, dell’Encyclopaedia Britannica, che non è certo il Mein Kampf, alla voce “negro”.

Vengono definiti come razza infelice, detentori di un numero impressionante di vizi che li contraddistinguono, che per rispetto e decoro si preferisce non riportare. L’ignoranza, purtroppo, continua a mietere vittime e spesso, di fronte ai flussi migratori che ci spaventano, che ci colgono impreparati e che vedono molte volte un tessuto sociale anch’esso impreparato all’accoglienza, si cede alla tentazione di estendere ad intere etnie gli errori compiuti da alcuni, spesso inseriti in un contesto di grande emarginazione. E se poi lo ben analizziamo, il concetto di razza, proprio dal punto di vista tassonomico, di classificazione cioè, è inutilizzabile se applicato all’uomo: le razze umane non esistono. Le razze esistono solo nella nostra testa ed il nostro patrimonio genetico lo dimostra chiaramente. Il Nota Stampa 24 Giugno 2017 2 manifesto degli scienziati italiani antirazzisti del 2008 sottoscritto, tra gli altri, dal premio Nobel Rita Levi Montalcini e da preclari genetisti, è stato un importante gesto simbolico: il documento, firmato a settanta anni esatti dalla promulgazione delle leggi razziali, che costituirono, e costituiscono ancor oggi, uno dei punti più bassi della storia del nostro paese, si apre al primo punto con un concetto di una semplicità ed una chiarezza uniche: L’esistenza delle razze umane è un’astrazione derivante da una cattiva interpretazione di piccole differenze fisiche fra persone, percepite dai nostri sensi, erroneamente associate a differenze “psicologiche” e interpretate sulla base di pregiudizi secolari. Queste astratte suddivisioni, basate sull’idea che gli umani formino gruppi biologicamente ed ereditariamente ben distinti, sono pure invenzioni da sempre utilizzate per classificare arbitrariamente uomini e donne in “migliori” e “peggiori” e quindi discriminare questi ultimi (sempre i più deboli), dopo averli additati come la chiave di tutti i mali nei momenti di crisi. Sul tema migrazione che, per inciso, ha fatto sempre più allontanare l’Europa dalla percezione dei nostri concittadini, con un non trascurabile aiuto ai “mandiamoli-tutti-a-casa” di turno e all’audience di molto trash televisivo, è necessario concentrarci di nuovo sulla complessa gestione di integrazione e sicurezza. Non esistono soluzioni semplici ed immediate ad un problema così complesso e articolato e, proprio per questo, deve essere affrontato con serietà e criterio.

Il controllo dei flussi, poi, passa attraverso gli accordi con i paesi d’origine ed il ruolo dell’Europa deve essere centrale nel portare avanti queste politiche, che non possono certo essere demandate ai singoli stati. Ed accade poi che, in periodi di difficoltà economiche, specie se concomitanti con fenomeni delinquenziali e che in alcuni casi sfociano nella violenza, diventa troppo frequente identificare il nemico nel diverso, in chi in molti casi si trova a vivere ai margini della società. Non è una novità, la storia, recente e passata fa trovare esempi in abbondanza. Ed è proprio con questa consapevolezza che la cultura della legalità deve essere sempre più rinvigorita e rinsaldata. La nostra amministrazione ha il dovere di averla come baricentro della sua azione: la lotta all’illegalità è da intendersi sotto ogni punto di vista, dalla lotta all’evasione al contrasto al lavoro irregolare, dai reati ambientali ai furti nella abitazioni. Solo in un contesto sicuro (e se l’etimologia è sine cura ci sarà un motivo?) si possono creare davvero le condizioni per una vera integrazione culturale e si possono gettare le basi di una società che può contrastare le forme di discriminazione razziale ed in cui non possa germogliare il seme della xenofobia. Sicurezza non vuol dire solo forze dell’ordine, ma anche coesione sociale: Forest e Molenbeek sono un drammatico esempio di come la ghettizzazione e l’esclusione vanifichino ogni sforzo nella direzione della sicurezza. Quando si cita l’importanza della coesione sociale preme sottolineare che, dopo l’approvazione alla Camera, si auspica che la legge sullo ius soli possa completare il suo percorso anche al Senato; Senato che, proprio la settimana scorsa, è stato teatro di una squallida dimostrazione di protesta con tanto di manifestazione neo fascista all’esterno. E questa è una delle richieste che si avanza all’amministrazione, di farsi cioè portavoce della volontà di questo Consiglio che si possa fare un altro passo avanti per i diritti. Questo stesso Consiglio che due anni fa fece sentire la propria voce in tema di unioni civili. La questione dello ius soli è al centro di una mera strumentalizzazione, che mira solamente al consenso giocando sulla paura, alimentando la paura: si tratta solo e soltanto di riconoscere una realtà e un diritto. Ed è questo che la politica deve fare, lottare per garantire i diritti. Il pensiero va a questo punto al 2 Giugno, ricorrenza da poco trascorsa, perché proprio in questa data, nel 1946, gli italiani furono chiamati a votare, per la prima volta, con il suffragio universale. Nota Stampa 24 Giugno 2017 3 Non tutti sanno, e in molti hanno rimosso, che fino a pochi mesi prima una gran parte degli italiani vedeva come assai rischioso concedere alle donne il diritto di voto. Addirittura, qualche decennio prima, la Camera dei Deputati del Regno d’Italia aveva respinto una proposta di modifica della legge elettorale che escludeva dal voto le donne al pari degli analfabeti, degli interdetti e dei detenuti. E nemmeno si deve dimenticare che nel 1930 nel codice Rocco, che nel suo impianto originale è il fondamento dell’attuale normativa penale,si trova che l’adulterio è reato solo quando lo commette la donna. Perché citare i diritti della donna? Semplicemente perché anche all’epoca si assisteva ad una battaglia per i diritti civili, ad una battaglia di civiltà: sono cambiati i termini ma il concetto è rimasto il medesimo.

Eppure oggi ci sembrerebbe impossibile escludere le donne dalla vita politica ed amministrativa, sembrerebbe impossibile non garantire pari diritti a uomini e donne, inconcepibile avere distinguo nel codice penale. Ma in un’epoca non troppo remota non è stato così e per molti sembrava normale che lo fosse. E chissà, forse tra settant’anni i posteri guarderanno con stupore, e spero condiscendenza, ad un’epoca in cui si dibatteva se allargare o meno i diritti, con lo stesso stupore e condiscendenza con i quali oggi guardiamo al primo novecento in Italia. Ogni volta, ogni volta che in Italia si sono ampliati i diritti, e per fortuna gli esempi non mancano, abbiamo di fatto ampliato la nostra comunità e la società si è arricchita, migliorando il paese. Per quanto la data del 21 Marzo sia già trascorsa, una delle richieste che il PD, insieme a Fabrica Comune, ha presentato nella mozione riguarda l’organizzazione con scuole, in primis, e associazioni di iniziative nell’ambito della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione, quali incontri di dialogo interculturale, informazione, dibattito e confronto. È giusto oggi evidenziare come l’amministrazione, sempre sensibile a questi temi, abbia portato avanti importanti iniziative. Il Comune ha infatti patrocinato e partecipato ad un evento organizzato dalla Associazione Popoli Uniti, sul diritto di cittadinanza ed è stato presentato, nella nostra sala consiliare, il progetto “Incontri senza frontiere”, che ha visto protagonisti la cooperativa Pietra d’Angolo e due classi terze della scuola media, che hanno avuto modo di incontrare e conoscere le storie di alcuni migranti. Perché la conoscenza è la base, quello che non conosciamo ci spaventa. Perché dietro le parole, dietro fredde definizioni, ci sono persone, con le loro storie, che hanno scelto di abbandonare la propria terra, la propria cultura e molti loro cari, con la speranza di una vita migliore.

Lorenzo Toni - Capogruppo PD - Fucecchio

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