IL MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA FAVOREVOLE AI MIGRANTI IN CORSO MATTEOTTI

giovedì 20 luglio 2017:

“Fucecchio è innegabilmente una città accogliente, che da oltre 20 anni, fin dall’inizio dell’epoca delle migrazioni dai paesi più poveri del mondo, ha accolto le persone in cerca di una vita dignitosa. L’accoglienza è sempre stata diffusa e ha assunto le mille interpretazioni di un tessuto sociale ricco e solidale, dalle istituzioni, al volontariato, al mondo del lavoro, che è stato capace di arginare ogni reazione di esclusione o razzista, che pure ci sono state e ciclicamente tornano a farsi sentire più o meno forte.

Anche la nuova ondata di migrazioni, portata soprattutto dai rifugiati dalle guerre in Medio oriente, ma tuttora anche da coloro che sono tristemente definiti “migranti economici”, è stata governata bene dalla Toscana e Fucecchio ha fatto altrettanto bene la sua parte, come sempre. In questi anni, l’impoverimento generale del Paese, ha accentuato le disuguaglianze e di conseguenze il conflitto sociale è tornato, facendosi sempre più aspro, alimentando un egoismo sociale dilagante e duro. Il nostro egoismo, è così penetrato nei nostri ingranaggi più piccoli, giorno dopo giorno, che spesso la nostra coscienza sembra essere stata vaccinata e immunizzata alla solidarietà, tanto da respingere l’umanità, da non riconoscere giovani uomini e donne indifesi e umiliati.

Così anche la coscienza di un’organizzazione collettiva, come il Partito Democratico di fronte alla durezza del conflitto sociale, rischia di perdere di vista i valori su cui si era fondato, sulla solidarietà e la giustizia sociale, per dare pari opportunità a tutti, non solo agli Italiani. Non serve schierarsi per gli Italiani in difficoltà economica contro gli stranieri ancora più poveri, perché questo conflitto non esiste. Serve invece schierarsi dalla parte dei più deboli, tutti, nessuno escluso, contro chi li sfrutta in ogni modo, contro le storture che li deruba del loro diritto al lavoro e a una vita dignitosa. Non serve allontanare i profughi dal salotto buono della città per allontanarli dalla coscienza: vederli ci interroga sulle nostre responsabilità verso i paesi più poveri, averli tra noi interroga il nostro senso di colpa.

L’Africa è lontana e le politiche economiche mondiali troppo lontane anche quelle, ma le persone che sono qui in carne ed ossa come possiamo ignorarle? Siamo d’accordo con l’amministrazione quando reclama la condivisione delle scelte di accoglienza da parte della Prefettura e delle organizzazione incaricate, perché ciascun territorio deve trovare modalità e connessioni, come fino ad oggi è stato. Siamo d’accordo sul fatto che 20 persone non possano stare in un unico alloggio, non solo per il rispetto degli standard igienico sanitari, anche e soprattutto per la loro dignità e perché inizino una vita normale.

E il centro di Fucecchio è un bel posto per cominciare una vita normale, per i ragazzi profughi che possono stare in centro, vicino ai negozi. Siamo d’accordo, dobbiamo evitare in tutti modi i ghetti, che solitamente nascono nelle periferie, viceversa non ci sembra che un alloggio in pieno centro si possa definire tale, anzi riteniamo sia un luogo ideale per favorire l’integrazione, di cui tanto si parla. Stare insieme, conoscersi, confrontarsi, è l’unico modo che porta all’inclusione, a non creare scontri, ad avere anche un buon controllo sociale, sempre molto più efficace dei controlli di polizia. Far sì che questi ragazzi stiano in centro e abbiano più contatto con le persone del luogo, spingerebbe forse a scambiare due parole con loro, e a capire meglio quale sia la loro realtà, e da quale siano scappati. Venerdì scorso, il Partito Democratico di Fucecchio ha dichiarato che “non sono una scelta consona per il tessuto urbano e sociale del centro di Fucecchio, di corso Matteotti in particolare. Si va a trasformare un’area a vocazione commerciale e residenziale in una zona ricettiva, avulsa dal contesto”. Lontani dagli occhi lontani dal cuore! I profughi, i disabili e così continuando, di debolezza in debolezza, allontaniamoli dai centri, sistemiamoli cosicché le nostre coscienze e il nostro ordine non ne possano essere disturbati. Speriamo che questo pensiero che risente di un brutto clima nazionale e locale, sia frutto di una mancata discussione e possa essere corretto, supportando l’amministrazione in scelte giuste e nel lavoro per l’accoglienza adeguata e solidale, sollecitando l’organizzazione incaricata di questo a ridurre il numero dei profughi da ospitare nell’appartamento in corso Matteotti e cercare una o più abitazioni nelle vicinanze da utilizzare.

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