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LE CONTRADE ALLA PARTITA DEL CUORE, ESIBIZIONE SPETTACOLARE

 

martedì 16 ottobre 2018:

“Babbo, ma si va davvero nel campo dell’Empoli?”

“Sì tesoro, si dovrebbe entrare nel campo bello….”

“Allora vengo”.

Ovviamente a 8 anni si vede lo stadio Castellani come il palcoscenico delle sfide della serie A per cui è come un tempio visto soltanto in TV.

A 38 ….  lo stesso.

Seppur molti esemplari maschi della generazione dei 40enni delle nostre zone ci abbiano messo piede in quell’erba soffice e compatta, per qualche finale delle giovanili o degli amatori di zona, è sempre un’emozione entrare dal sottopassaggio ed essere attorniati dalle tribune.

Si entra in campo e pensi che su quel tappeto hanno segnato Baggio, Del Piero, ha dribblato Ronaldo il Fenomeno, hanno giocato Kakà, Maldini, Vieri, e via, diciamocelo Baldini, Bianconi, Di Natale e Montella ….

Ma Sabato sera nessuno di loro si stava scaldando a bordo campo: c’erano Paolo Bonolis e Paolo Belli, Baz e Moreno, Frey e Pellizzoli (in pessime condizioni fisiche).

C’era la Partita del Cuore, organizzata dal movimento Shalom, con un Don Andrea Cristiani in grandissima forma. C’era la Nazionale italiana cantanti contro la Nazionale artisti TV. C’erano una gran voglia di fare beneficienza, con un occhio verso il Burkina Faso e la sua necessità d’acqua potabile.

Negli spalti si stava scaldando una platea di 10 mila persone venute a dare il loro contributo per chi ha veramente bisogno. Alla fine della serata questo calore frutterà quasi cinquantaduemilaeuro.

Si stavano scaldando gli animi di centinaia di ragazzini delle associazioni sportive del nostro Comprensorio che avrebbero fatto di lì a poco, uno dei giri di campo più in vista della loro prematura carriera. I Giovani Fucecchio hanno riempito la pista di leoncini festanti.

La cornice era spettacolare. Serata perfetta dal punto di vista climatico, vento assente, prato in perfette condizioni, pubblico caldo.

Tocca a noi, entriamo in campo.

 

Entra in campo lo squadrone del Palio delle Contrade Città di Fucecchio e schiera un 4-4-4 di superbo valore: Borgonovo, Botteghe, Cappiano, Ferruzza - Massarella, Bernarda, Raimonda, Querciola –

Samo, San Pierino, Sant’Andrea, Torre.

 

La folla è in delirio, noi ancor di più.

Il cuore batte forte quando entriamo coi vessilli delle Contrade in mezzo al campo.

Abbiamo gli occhi addosso di tutto lo stadio.

Passano le ragazze della Scuola di Moda che accompagnano il Gonfalone amaranto con gli stemmi di tutte e 12 le consorelle del Palio.

Entrano i vestiti con le insegne ufficiali delle contrade.

Scudi e Bandiere compongono l’arcobaleno più bello che noi, gente di Palio, si possa vedere.

Comincia il rullare dei tamburi. Cominciano i 24 alfieri con le bandiere.

Signore e signori, eccovi il Palio.

Il Palio fatto di prove tra giovani ragazzi che cercano di creare qualcosa di bello anche con il poco tempo a disposizione, e la loro passione e la loro volontà che portano avanti la nostra tradizione.

Il Palio fatto di gente che quando ci sono queste manifestazioni non si tira mai indietro, seppur facendo fronte a impegni personali, di famiglia o di contrada.

Il Palio che ci tiene …  sì …. ci tiene a fare bella figura e cerca in tutte le maniere di convincere i propri detrattori (meno male sempre meno) che tutto il male che si dice di lui non è vero.

 

Siamo in campo e ci disponiamo per l’esibizione.

I timori passano e la tesa concentrazione degli Sbandieratori fa sì che le bandiere volino all’unisono in aria

Illuminando il cielo del Castellani con i nostri colori.

E’ una sensazione splendida.

I tamburi picchiano e scandiscono il passo, c’è tempo per un ultimo lancio e poi ci fanno incamminare lungo la pista d’atletica per il giro con le altre associazioni.

Passiamo sotto una tribuna Maratona piena all’inverosimile e veniamo accolti da grandi applausi.

E quella, a grande maggioranza, non è gente di Palio, per questo fa doppiamente piacere un’accoglienza del genere.

Usciamo con la fierezza di avere rappresentato la nostra Festa, le nostre tradizioni, la nostra gente di contrada, quella che ci ha consegnato una manifestazione spettacolare, infine noi stessi che stiamo facendo di tutto per farla crescere ancora di più.

La foto tutti insieme con alle spalle il prato del Castellani è uno di quei simboli che potranno essere di fondamento per chi verrà dopo di noi.

 

 

Ripenso ad un momento dell’esibizione in cui vedo mio figlio – istruito di stare insindacabilmente accanto a me – solo nel campo, in mezzo al vorticare delle bandiere, al rullo dei tamburi con accanto tutti i vestiti storici delle contrade che fissa tutto lo spettacolo, imbambolato.

Non so quanto gli rimarrà di questa serata.

Non so cosa gli può essere sembrato entrare in uno stadio di serie A.

Non so se continuerà nella passione di famiglia.

L’ho però visto incantato da quelle bandiere, da quei tamburi, dal contesto, dalla Festa.

Era emozionato, capiva che la situazione era importante, vedeva i ragazzi tesi, ma gli brillavano gli occhi.  

 

Forse è proprio quello il nostro ruolo: riuscire a far guardare le cose, alle nuove generazioni, con gli occhi innamorati ed estasiati di chi, come noi, vive il Palio e tutto ciò che è Contrada, con lo spirito di bambini di 8 anni.  

Simone Civitelli

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